I primi 7 mesi del 2024 (gennaio-luglio) fotografano in Umbria un aumento del fenomeno per infortuni (453 casi, + 4,1%) e malattie professionali (261 casi, +12%) e una stabilità dei casi mortali (2) rispetto all’anno precedente. In Italia si registra invece un +0,3% sugli infortuni, un +21,1% sulle malattie professionali e un + 20,3% sui casi mortali (71). Un ritorno quindi ai livelli del 2018, prima della pandemia. È quanto emerge dall’analisi sul fenomeno infortunistico in agricoltura caratterizzante il territorio regionale presentato durante il seminario sulla sicurezza nel lavoro con la presentazione del progetto di prevenzione rivolto alle attività lavorative agricole frutto della sinergia tra Inail Umbria e Confagricoltura Umbria.

"Agri.Safe", questo il nome del progetto incentrato quindi sulla tematica della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore agricolo, ha preso il via ad inizio anno e l’incontro di venerdì 13 settembre a Perugia, nella sede della Fondazione Perugia, è servito soprattutto per fare il punto su quanto fatto finora e sui temi più attuali in materia di sicurezza del lavoro agricolo, con particolare riguardo alle trasformazioni e innovazioni tecnologiche che stanno investendo naturalmente anche questo settore.

L’evento, che ha aperto anche il programma di UmbriaWine (Festival del vino umbro in programma a Perugia fino al 15 settembre), ha visto gli interventi per Inail Umbria del direttore regionale Alessandra Ligi, per Confagricoltura Umbria del presidente Fabio Rossi oltre ad Alessandro Sdoga (Cratia Srl). Per la Regione Umbria era presente Salvatore Macrì, direttore del servizio prevenzione, sanità veterinaria e sicurezza alimentare. La Strada dei Sapori è stata inoltre presentata come una case history del territorio umbro.

“Abbiamo realizzato una campagna informativa sulla prevenzione degli infortuni – ha spiegato il presidente di Confagricoltura Fabio Rossi - coinvolgendo istituzioni, sindacati, lavoratori italiani e stranieri, datori di lavoro, studenti e operatori della scuola per puntare ad un lavoro agricolo più efficiente e sicuro. Il confronto con tutti i soggetti è infatti importante per ridurre rischi e casistiche”. Rossi ha anche sottolineato che “con la mancanza di manodopera e l’arrivo di persone direttamente dai loro paesi di origine senza un minimo di adattamento, questo ha portato una serie di rischi e problematiche, a partire dalla lingua e dalla non abitudine ad usare un certo tipo di presidio o di tecnologia”. “In agricoltura – ha proseguito – abbiamo aziende strutturate ma c'è molta non professionalità e anche ‘agricoltura povera’ e tutto questo porta ad ulteriori rischi e problematiche. C’è da fare un lavoro continuo insomma”.

I rischi tradizionali, come spiegato, esistono ancora e non sono superati ma corre l’obbligo anche di guardare in avanti. “Il progresso tecnologico è una leva indispensabile per raggiungere obiettivi sfidanti in futuro ma è necessario accompagnarlo con misure idonee a salvaguardare la sicurezza dei lavoratori” ha affermato il direttore regionale Inail Umbria Alessandra Ligi la quale poi ha sottolineato che per la prevenzione dei nuovi rischi “occorre una valutazione attenta e adeguata che intercetti anche quelli emergenti, una formazione mirata, sia tecnica che sulla sicurezza e una attenzione particolare ai rischi psico-sociali derivanti dal contatto uomo-macchina”.

Realizzare un’attività capillare di approfondimento dei nuovi rischi derivanti dall’introduzione delle tecnologie digitali in un settore ad alto rischio infortunistico come quello agricolo – è stato quindi spiegato - contribuirà a mitigare i noti rischi per la salute e sicurezza degli addetti ma può presentare altresì nuove forme di minaccia per la salute dei lavoratori rendendo pertanto necessario attivare da subito misure idonee per la prevenzione.

Come è stato poi evidenziato, promuovere ed integrare la tutela dei lavoratori agricoli, nel nuovo contesto imposto dalle grandi transizioni in cui è coinvolto il mondo del lavoro è elemento centrale degli interventi di “Agri.Safe”. Il progetto "Agri.Safe" prevede tra le altre attività anche la realizzazione di prodotti multimediali tradotti in più lingue e l’organizzazione di incontri di approfondimento mirati a favorire il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera agricola (lavoratori italiani e stranieri, datori di lavoro, studenti e operatori della scuola) in una vera e propria campagna di sensibilizzazione sul tema della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali nel mondo agricolo.

L’occasione del seminario ha consentito anche di promuovere le prestazioni fornite da Inail, con specifico riferimento al reinserimento nella vita sociale e lavorativa di coloro che hanno subito danni nel lavoro nonché di divulgare le modalità di accesso agli incentivi economico-finanziari a favore delle aziende agricole per incrementare i livelli di sicurezza nel lavoro. Riferito al 2022 è stato infine illustrato il dato degli infortuni denunciati in agricoltura, con l’80% che ha coinvolto il genere maschile (517) e per l’82% di nazionalità italiana (528). Sempre in Umbria si è passati dai 932 (2018) ai 646 (2022) per un -30,7%, rispetto al -21,6% come dato italiano. I due casi mortali denunciati anche nel 2022 hanno coinvolto il genere maschile e di nazionalità italiana, mentre il 66% delle malattie professionali denunciate in agricoltura ha coinvolto il genere maschile e il 92% di nazionalità italiana.

 

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