Agenda digitale italiana: lo stato dell'arte tra decreto e altre norme
di Alessandro Longo
Finanziamenti pubblici per eliminare il digital divide entro il 2013 e agevolazioni per mettere fibra ottica. Digitalizzazione dei rapporti con la Pa e delle comunicazioni tra uffici pubblici. Spinta alle aziende che fanno innovazione: le start up e quelle delle commercio elettronico. Creazione di smart cities, dove pubbliche amministrazioni e tecnologie si fondono per migliorare la vita del cittadino.
Possiamo sintetizzare con questi quattro pilastri l'azione del governo, verso l'Agenda digitale italiana. C'è un decreto legislativo uscito in Gazzetta Ufficiale il 19 ottobre, prima noto come DigItalia e ora Crescita 2.0 (o Trasforma Italia) e che ora affronterà il dibattito parlamentare. Qui il testo, qui una sintesi. Ci sono misure dei ministeri Miur (già avviate) e Sviluppo economico (i regolamenti Piano nazionale banda larga e Piano nazionale banda ultra larga, in fase di approvazione). Ci sono anche i bandi già pubblicati dal Miur per le Smart Cities & Communities. Alcune misure sono anche nel decreto Semplificazioni. Infine, per tacere di cose minori, c'è una proposta di legge bipartizan, al momento messa in stand by in attesa del decreto DigItalia. La proposta serve al Parlamento come benchmark sulle misure da adottare. Va detto che parte della copertura finanziaria per il decreto deve ancora essere trovata.
Vediamo allo stato lo scheletro di Agenda che prende forma.
Infrastrutture banda larga
L’Agenda prevede di completare la copertura banda larga (almeno 2 Megabit) entro il 2013 e di fare un po' di banda ultra larga. Adesso ci sono 920 milioni di euro, da varie fonti (per lo più comunitarie, raccolte dalle Regioni e poi rese centralizzate da Sviluppo economico).
Si è partiti con 1,08 miliardi di euro comunitari del Piano nazionale banda larga del ministero allo Sviluppo economico. Di questi fondi il ministero ha già speso 500 milioni. Considerando anche recenti fondi europei presi dalle Regioni, ci sono ora 170 milioni per il digital divide al Sud, circa 100 milioni di euro per costruire un datacenter cloud per i servizi della PA, 598 milioni per la banda ultra larga al Sud (saliti di recente, rispetto ai precedenti 443 milioni, grazie all'apporto della Sardegna- 83 milioni- e altre Regioni). A questi si sommano 150 milioni iscritti nel decreto Crescita 2.0, che serviranno per il digital divide del Centro-Nord. Il bando per il digital divide affiderà agli operatori il compito di costruire una rete wired o wireless.
Per la banda ultra larga l'obiettivo è dare i 30 megabit a tutti e i 100 megabit al 50 per cento degli italiani entro il 2020 (sono gli obiettivi chiesti dall’Europa), sommando le coperture degli operatori con quelle fatte dallo Stato. Nel decreto previste, a tal fine, agevolazioni per chi scava: vengono dimezzati i tempi per le varie autorizzazioni, è favorito l'uso delle mini trincee, che permettono di ridurre fino al 75 per cento i costi di scavo rispetto alle trincee trandizionali. Un futuro decreto definirà la superficie massima di manto stradale che deve essere ripristinata a seguito di una determinata opera di scavo, l’estensione del ripristino del manto stradale sulla base della tecnica di scavo utilizzata, quali trincea tradizionale, minitrincea, proporzionalmente alla superficie interessata dalle opere di scavo, le condizioni di scavo e di ripristino del manto stradale a seguito delle operazioni di scavo, proporzionalmente all’area d’azione. Utile nel decreto anche la maggiore flessibilità concessa alle misurazioni elettrosmog, il che dovrebbe accelerare la copertura Lte anche in chiave anti digital divide.
Altre agevolazioni in vista della banda ultra larga, sempre nel decreto: esenzione dalla tassa per l'occupazione del suolo e del sottosuolo per gli scavi per la posa di fibra ottica. Gli operatori di tlc avranno assicurato l'accesso alla parti comuni degli edifici per le operazioni di posa della fibra ottica.
Credito di imposta per la realizzazione di nuove infrastrutture: il decreto, per favorire la realizzazione di nuove opere infrastrutturali, di importo superiore ai 500 milioni di euro, prevede un credito di imposta a valere sull’IRES e sull’IRAP generate in relazione alla costruzione e gestione dell’opera. Il credito di imposta è stabilito per ciascun progetto nella misura necessaria al raggiungimento dell’equilibrio del piano economico finanziario e comunque entro il limite massimo del 50% del costo dell'investimento. Il credito di imposta non costituisce ricavo ai fini delle imposte dirette e dell’IRAP. Il credito di imposta è posto a base di gara per l'individuazione dell’affidatario del contratto di partenariato pubblico privato e successivamente riportato nel contratto.
Smart Cities & Communities
“Città e comunità intelligenti”, che significa? Ce lo spiega Mario Calderini, responsabile di quest’area presso la Cabina di regia interministeriale autrice dell’Agenda (e docente al Politecnico di Torino). «Abbiamo appena emesso un bando per il Centro Nord, da 665,5 milioni di euro, e uno l’abbiamo già fatto per il Sud, da 240 milioni. In pratica le imprese ci presentano progetti che mirano a risolvere esigenze di specifiche pubbliche amministrazioni grazie alla tecnologia». Tipo l’ospedale che ha bisogno di un sistema per controllare i parametri di malati cronici da casa o il Comune che ne vuole uno per controllare l’illuminazione con efficienza energetica. Qui alcuni esempi già realizzati. Inoltre, secondo il decreto, "l’Agenzia per l’Italia digitale definisce strategie e obiettivi, coordina il processo di attuazione e predispone gli strumenti tecnologici ed economici per il progresso delle comunità intelligenti. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delegato per l'innovazione tecnologica, sentiti l’Agenzia previa intesa con la Conferenza unificata è elaborato lo Statuto della cittadinanza intelligente" (si collega a Ricerca e Innovazione, vedi sotto).
Scuola, Sanità e pubblica ammistrazione (eGov)
Già secondo il decreto Semplificazioni, la Pa dovrà fare tutti i servizi via internet dal 2014 e DigItalia stabilisce responsabilità disciplinari per chi non si adegua. Il Miur ha già stabilito inoltre che tutte le scuole devono essere online e da quest'anno scolastico le iscrizioni devono essere fattibili via internet; al via, non senza difficoltà, anche il registro in formato elettronico. Nel decreto: Fascicolo elettronico dello studente universitario dal 2013-2014 e semplificazione di procedure in materia di università. A decorrere dall'anno scolastico 2013-2014, il collegio dei docenti (scuole medie e superiori) adotta esclusivamente libri nella versione digitale o mista, costituita da un testo in formato elettronico o cartaceo e da contenuti digitali integrativi, accessibili o acquistabili in rete anche in modo disgiunto”. Per le scuole elementari il termine è 2014-2015 (in precedenti bozze tutte le scuole era nel termine 2014-2015).
Un accordo con le Regioni porterà inoltre internet, tablet, computer, contenuti didattici digitali, per 40 milioni di euro. Altre scuole in digital divide dovrebbero essere coperte dal piano nazionale banda larga del ministero allo Sviluppo economico (ora in fase di approvazione; risorse comunitarie di 1,08 miliardi di euro che serviranno principalmente a dare banda larga di base alle case).
Documento digitale unificato. Sommerà le funzioni di carta di identità elettronica, della tessera sanitaria e della carta nazionale dei servizi (per accedere a quelli online della Pa). Il documento sarà gratuito e dovrebbe debuttare in primavera 2013 (per essere progressivamento distribuito negli anni successivi).
Anagrafe nazionale, piattaforma interoperabile con tutte le anagrafi dei Comuni: 10 milioni di euro, più 2 milioni anno. Aggiornamento annuale dei dati civici, censuari (il censimento finora invece registra spostamenti delle persone dopo anni) a opera dell’Istat. Certificazioni di nascita e morte in via telematica direttamente dall’ospedale.
Posta elettronica certificata (Pec): i cittadini possono eleggere il domicilio digitale sul loro indirizzo Pec. Sarà creato l’indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata-Pec delle imprese e dei professionisti.
Innovazione nel trasporto pubblico locale: al fine di incentivare l’uso degli strumenti elettronici per migliorare i servizi ai cittadini nel settore del trasporto pubblico locale, riducendone i costi connessi, le aziende di trasporto pubblico locale promuovono l’adozione di sistemi di bigliettazione elettronica interoperabili a livello nazionale.
Sanità digitale: con il decreto nasce il fascicolo sanitario elettronico, per ciascuno di noi. “A scopi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione; studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico; programmazione sanitaria, verifica delle qualità delle cure e valutazione dell’assistenza sanitaria”. Un qualunque ospedale italiano farà una ricerca in un database e saprà i nostri problemi presenti e passati, così non dovremo portare in giro la cartella medica cartacea con gli esami fatti. Le ricette digitali gradualmente devono sostituire quelle cartacee. Dal 1° gennaio 2014, le prescrizioni farmaceutiche generate in formato elettronico sono valide su tutto il territorio nazionale. Dal primo gennaio 2013, cartella clinica digitale.
Open data e Riuso: Le PA devono rendere disponibili le info secondo i termini di una licenza che ne permetta l’utilizzo da parte di chiunque, anche per finalità commerciali. Accessibilità: postazioni personalizzate ai disabili per il personale della Pa. Obbligo a rendere accessibile ai disabili i siti non solo pubblici ma anche quelli che ricevono contributi pubblici.
Giustizia digitale: già sta facendo strada il processo telematico. Nel decreto si prevede che le comunicazioni e le notificazioni debbano essere in via telematica; idem il biglietto di cancelleria. Dal 2012-2013, 3 milioni di euro per informatizzare gli uffici. Obbligo a gestire i concorsi digitalmente e comunicazioni via Pec. Possibilità di fare dichiarazioni di fallimento in via telematica.
Le Pa permetteranno inoltre, dai propri siti, di pagare a distanza (tasse, multe): via bonifico (dovranno pubblicare l'iban sul proprio sito) o carta di credito via internet (norma che in teoria scatta subito con il decreto, ma sarà applicata gradualmente).
Digitalizzazione delle procedure di acquisto di beni e servizi e riuso dei programmi informatici. Da gennaio 2013 gli accordi e contratti della Pa devono avere firma digitale. Trasmissione telematica delle certificazioni di malattia nel settore pubblico Sanzioni per la mancata trasmissione di documenti in via telematica tra Pa e tra Pa e cittadino. Atti notarili vanno conservati in via digitale o sono nulli.
e-Commerce, moneta elettronica
Secondo il decreto, da gennaio 2014, i negozi dovranno accettare anche la moneta elettronica (bancomat, carte di credito), oltre certi importi (sarà Sviluppo economico a definirli). La proposta di legge prevede anche sovvenzioni statali all’acquisto di pos nei negozi e l'abbassamento dell'Iva sugli ebook al 4 per cento rispetto all'attuale 20 per cento.
Ricerca e Innovazione/startup:
Nel decreto, 170 milioni di euro per finanziare i progetti di ricerca e innovazione. Miur, Mise e Agenzia per l’Italia digitale deciderà i progetti da finanziare. L’Agenzia per l’Italia digitale promuove altresì la definizione e lo sviluppo di grandi progetti strategici di ricerca e innovazione connessi alla realizzazione dell’Agenda Digitale Italiana e in conformità con il programma europeo Horizon2020, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle comunità intelligenti, la produzione di beni pubblici rilevanti, la rete a banda ultralarga, fissa e mobilee i relativi servizi, la valorizzazione digitale dei beni culturali e paesaggistici, la salute, la sostenibilità ambientale, i trasporti e la mobilità, la difesa e la sicurezza, nonché al fine di mantenere e incrementare la presenza sul territorio nazionale di significative competenze di ricerca e innovazione industriale”.
Startup: per la prima volta, nell’ordinamento del nostro Paese viene introdotta la definizione di impresa innovativa (startup): stabilite agevolazioni fiscali e semplificazioni che toccano tutte le fasi del ciclo di vita di una startup; dalla nascita alla fase di sviluppo, fino alla sua eventuale chiusura. Tali norme danno anche seguito a quanto indicato nel Programma Nazionale di Riforma e rispondono a raccomandazioni specifiche dell’Unione Europea che individuano nelle startup una leva di crescita e di creazione di occupazione per l’Italia. La dotazione complessiva subito disponibile è di circa 200 milioni di euro. Una volta a regime, la norma impegnerà 110 milioni di euro ogni anno. Le agevolazioni burocratiche del decreto sono già in vigore, mentre le detrazioni fiscali (19%) aspettano un decreto attuativo a 60 giorni dalla pubblicazione in GU.
Competenze digitali
Le misure pro-digitale nella scuola favoriranno la diffusione delle competenze digitali. «Contiamo molto sugli studenti, per alfabetizzare alla tecnologia i propri genitori e nonni, stabilendo crediti formativi appositi», dice Giovanni Biondi, responsabile di questi temi presso la Cabina di regia e il Miur. Insomma, chi insegna computer e internet al proprio “dinosauro” familiare avrà una spinta per la promozione. Prevista dal Miur anche un'iniziativa "adotta la microazienda".
Nel decreto non ci sono però misure specifiche per le competenze digitali. Nella proposta di legge, invece, ci sono incentivi all'acquisto di tecnologie. Alle famiglie con un reddito complessivo inferiore a 20 mila euro, e delle quali faccia parte un minorenne che ha compiuto il quattordicesimo anno di età, è assegnato, per l'anno 2013, un contributo di 100 euro per l'acquisto di un computer fisso, di un computer portatile o di un tablet di nuova generazione, a condizione che si proceda alla contestuale rottamazione del vecchio apparato in dotazione, e un contributo di 50 euro per l'acquisto di una chiavetta per la connessione alla rete Internet. Sono previste inoltre campagne informative sulla Rai o tramite le associazioni nelle imprese: per spiegare i vantaggi di usare internet per il proprio commercio e gli acquisti.
Agenzia per l'Italia digitale e futuri interventi
L'Agenda digitale sarà un lavoro in progress. Nel decreto si legge che "il Governo presenta ogni anno alle Camere un documento contenente le disposizioni necessarie per rimuovere gli ostacoli legislativi ed amministrativi allo sviluppo dei servizi normativi; una o più deleghe al Governo per l'adozione di decreti legislativi, da emanare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge annuale; le disposizioni recanti principi fondamentali nel rispetto dei quali le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano devono esercitare le proprie competenze”. Ruolo importante per trasferire le misure in pratica sarà ricoperto dall'Agenzia per l'Italia digitale, ancora in via di costituzione.
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