La grande truffa o il grande inganno. Gli americani e le nazioni che hanno partecipato a venti anni missione di pace in Afganistan pagano lo scotto dell'aver sottovalutato governi incapaci e una corruzione inimmaginabile.
Sul campo restano oltre 4 mila morti dell'esercito di pace: a pagare lo scotto maggiore sono americani, inglesi, canadesi, francesi, tedeschi e noi italiani con 54 persone e oltre 700 feriti.
L'esercito di pace combatteva i talebani e il governo di Ashraf Ghani costruiva il suo esercito fantasma, pagato a peso d'oro ma che non esisteva. I vertici militari facevano mazzetta, bakshish la chiamano. Avevano creato un esercito di oltre 50 mila uomini fasullo, fantasma, fake, incassavano ogni mese soldi dagli americani per pagare le truppe che non esistevano, nomi sulla carta e basta.
Eppure gli americani sapevano: ci sono almeno 8 note e rapporti stilati dal SIGAR americano che raccontavano la truffa, dalle divide, alle armi, dagli uomini, persino la benzina. Le armi finivano nella mani dei talebani, rivendute dai capi tribù consenzienti. L'ultimo rapporto SIGAR era allarmante e chiedeva rapito intervento. In quella follia che ha bruciato un fiume di denaro ci sono in mezzo 3 presidenti che sapevano e che lasciavano correre. Un giro di soldi senza fine: le industrie vendevano armi, l'esercito di pace dell'ONU le raccoglieva, i governi pagavano, gli afgani se le rivendevano, compresi gli elmetti in kevlar, che facevano trend.

In mezzo c'è un presidente afgano che veniva dall'America e che alla fine è scappato con un portafoglio di 170 milioni di dollari, affermando e giurando di averlo fatto per il bene della nazione, per evitare morti, combattimenti e sangue. Già perchè adesso i talebani gli regalano balletti e karaoke a coloro che hanno collaborato, alle donne senza velo, alle bambine bottino di guerra.
Sapevano tutti che l'esercito non esisteva, che non avrebbe retto l'urto dei combattimenti e si sarebbe arreso prima di sparare. Sapevano e hanno lasciato correre, i soldati stsanieri saltavano in aria negli agguati e il popolo da salvare incassava e rivendeva le armi. Un errore imperdonabile di un esercito e di un comando, quello americano capace di grandi mezzi ma di teste quadrate che non ha capito molto del popolo che stava aiutando e che era convinto di esportare democrazia, come in Corea, come in Vietnam, come in Iran, come in Irak. Quello che più fa male e che non ci sarà mai una spiegazione a quello che è successo, un riconoscimento degli errori, di come si è sbagliato e chi ha sbagliato. Come nel Gioco dell'Oca si riparte dal via, come con i russi, come se venti anni di Guerra e Pace non fossero mai esistiti.

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