Afganistan: il papavero d'oppio, i miliardi e il traffico in mano ai talebani
I numeri ci aiutano a capire meglio la situazione o almeno averne una visione d'insieme migliore.
In Afganistano vivono 39 milioni di persone su una superficie complessiva di 653.000 kmq. La metà degli italiani sul doppio di superficie. Non c'è solo Kabul con 3.000.000 di abitanti che vogliono fuggire, ci sono anche città come Kandar (490.000), Herat (430.000), Mazar-I-Sfarif (368.mila) e tante altre con una decina di aeroporti che, fino alla pandemia, avevano voli diretti con Italia ed europa. Le tv ci mostrano solo Kabul ma la situazione nel paese è la stessa con l'assalto agli aerei per poter lasciare il paese. Seconda considerazione: L'Afanistan è il secondo paese più povero del mondo. Quanto povero? Sky nelle sue dirette di ieri ci ricorda che il PIL del paese è pari al PIL della nostra Umbria. Il prodotto fatto da una regione, non certo all'avanguardia nell'economia italiana, come l'Umbria da 800 mila abitanti, spalmato su 39 milioni di abitanti.
Questa la visione generale, ora inseriamo un dato che tutti hanno sottovalutato in questi 20 anni di guerra e pace: 328.000 ettari e una produzione arrivata a 9 tonnellate l'anno. E' il papavero d'oppio, quello che garantisce poi la trasformazione in eroina, miliardi di dollari il suo valore, con le raffinerie in mano da sempre ai talebani che hanno continuato a produrla, raffinarla e venderla.
Nessuno in quelle teste pensanti, che gestivano la missione di pace, ha ritenuto di darci una passata di defoliante, napalm o distruggere in maniera definitiva quei campi che rappresentavano, beatamente, la risorsa principale del il ritorno dei talebani? Due giorni fa mi chiedevo chi potesse aver venduto, in tutti questi anni, tutto l'occorrente per mantenere una guerra senza fine ai talebani: armi, mitragliatrici pesanti e leggere, anticarro, esplosivo e munizioni. La risposta era più semplice di quanto potevamo immaginarci: gli afgani stessi, arnati dagli americani per costruire un esercito ed addestrarlo.
I soldati tornavano a casa e si rivendevano tutto, armi e divise comprese. Venti anni sul territorio afgano e nessuno ha visto nulla, nessuno si è chiesto nulla, nessuno ha immaginato che fossero gli stessi portatori di pace ad armare il nemico. Certo che a "babbo morto" è facile ragionare, criticare o tentare da ignorante un'analisi di geopolitica e strategia militare. Tony Capuozzo negli speciali della sua trasmissione "Terra" lo aveva raccontato due volte negli ultimi otto anni e voi volete che se lo testimoniava un bravo giornalista italiano, americani e resto del mondo fossero ciechi, muti e sordi? Bastasase Tony Capuozzo, ma anche la TV Svizzera, i francesi, i tedeschi, gli stessi grandi network americani avevano filmato e raccontato. In maniera perfetta.
Con i se e con i ma la storia non si fa, verissimo, e ora ci ritroviamo con 15 milioni di afgani che vorrebbero scappare e lasciare il paese, tra dibattiti nazionali sul dialogare o meno con i talebani, se stringere con loro accordi e cercare di collaborare con i mosul integralisti del nuovo governo.
Se ne può parlare per anni interi, ma prima dovremmo porci una semplice domanda: ma loro, i talebani, siamo sicuri sicuri che vogliano dialogare con noi? Via alle risposte...
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