L’associazione dei consumatori rende note le principali segnalazioni che le arrivano - “Chi ha rispettato le regole non è stato tutelato e paga per pochi spavaldi e pochi controlli”

(AVInews) – Perugia, 19 nov. – “I cittadini che in questo periodo si stanno rivolgendo alla nostra associazione dei consumatori esprimono grande preoccupazione perché non riescono ad avere risposte a domande semplici e basilari”. È quanto rende noto il Consiglio direttivo di Adoc Umbria che a proposito denuncia le principali problematiche. “Le persone con patologie molto gravi (oncologici, cardiopatici) – spiega Adoc Umbria – trovano difficoltà ad accedere ai servizi loro dedicati, i quali sono o ridimensionati o chiusi. Molte segnalazioni ci arrivano dai cittadini in merito ai tamponi, con attese estenuanti per prendere appuntamento e ricevere le risposte, tant’è che per necessità ci si rivolge al privato con i più diversi costi per il cittadino. Chi è a casa perché positivo, inoltre, non è seguito, se ha le informazioni prescritte poi viene lasciato solo a gestirsi. Il tracciamento dei contatti spesso è tardivo o inesistente, anche se ci sono aree della regione dove invece questo meccanismo funziona bene”.

Tutelare chi rispetta le regole. “I cittadini, i commercianti, gli imprenditori e i dipendenti – prosegue Adoc Umbria – che hanno fatto il loro dovere rispettando le regole e hanno investito per il loro rispetto, non sono stati tutelati. Anzi, pagano per le spavalderie di pochi e i mancati o insufficienti controlli. Basta colpevolizzare tutti i cittadini, giovani e meno giovani, in modo indistinto. Non è corretto né giusto”.

A fianco degli operatori della sanità. Infine, un particolare sostegno alle proposte dei sindacati Uil, Cisl e Cgil, volte a tutelare la salute e la sicurezza di chi lavora nella sanità, chiedere l’aumento degli organici e la messa a disposizione di servizi quando servono, cioè nel tempo utile cioè. “Abbiamo esaltato l’opera di medici, infermieri, operatori socio-sanitari e addetti ai servizi in generale – conclude Adoc Umbria –, ci siamo commossi e tutti eravamo convinti che, nel nostro interesse, avremmo dovuto dare loro la sicurezza nell’ambiente di lavoro e riconoscimenti, che si sarebbero dovute fare assunzioni per evitare la situazione catastrofica, che si sarebbero dovute ampliare le aree ospedaliere a partire dalle rianimazioni, che si sarebbero dovute salvaguardare le attività sanitarie ordinarie per i cittadini sempre malati o comunque con problemi. Non vogliamo eroi ma professionisti competenti, seri, giustamente retribuiti e consapevoli del lavoro particolare che svolgono”.

Info. Adoc Umbria raccoglie testimonianze e segnalazioni dei cittadini: 335.423759 e adocumbria2020@gmail.com.
 

Condividi