UMBERTIDE - E' nata ad Umbertide e martedì 27 marzo alle ore 17 verrà presentata ufficialmente al Tieffeu di Perugia “Dal contesto al testo”, esperienza di teatro educativo realizzata dagli alunni del Campus Leonardo da Vinci e dall’Informagiovani del Comune di Umbertide in collaborazione con l'educatrice – attrice Eleonora Giannelli.

L’esperienza è stata riconosciuta da UILT (Unione Italiana Libero Teatro) e AGITA, associazione che promuove la cultura teatrale-artistica nella Scuola e nel Sociale, riconosciuta dal MIUR, tra i firmatari del Protocollo d’intesa 2012/2015 “per la realizzazione di iniziative volte alla promozione e valorizzazione del linguaggio teatrale nelle scuola e per la realizzazione della Giornata Mondiale del teatro”.

“Il percorso – hanno spiegato dall'Informagiovani – ha avuto inizio con le giornate di didattica seminariale  autogestite dagli studenti del Campus Leonardo da Vinci di Umbertide nel dicembre 2014. I rappresentanti di Istituto chiesero all’informagiovani di intervenire per un laboratorio di lettura con gli studenti del biennio. Proponemmo delle letture  tratte da brani di libri e dai testi di canzoni da loro preferiti. Le letture in verità non furono esaltanti ma, stimolati a capire il testo e la situazione emotiva che quei brani potevano evocare, da subito la lettura cambiò volto. Da quella breve esperienza alcuni partecipanti ci chiesero di attivare un vero e proprio laboratorio e, grazie alla sinergia tra Informagiovani, associazione Culturale Insight, cooperativa ASAD e Campus, partecipammo ad un bando della Regione Umbria nel 2015 – 2016. Prese così il Laboratorio di Educazione all’emotività tramite gli strumenti del Teatro che, dopo mesi di lavoro di gruppo, prove d’attore e scrittura creativa sulla difficoltà di essere giovane oggi, ha messo in scena nel giugno 2016 lo spettacolo 'Le nostre prigioni'”.

“Grazie alla pedagogia – há spiegato Eleonora Giannelli -  che pone al centro dell'azione educativa la persona con tutte le sue potenzialità, e grazie agli strumenti del teatro, che stimolano lo sviluppo della creatività e della comunicazione, non si è mai cercato di formare attori ma abbiamo incoraggiato la ricerca personale e la gestione di relazioni di gruppo, potenziando il binomio mente/corpo in relazione allo spazio circostante”.

“Il teatro che abbiamo immaginato – ha continuato Aldo Manuali, pedagogista dell’Informagiovani - non è il fine ma il mezzo per capire il mondo, gestire le emozioni, partecipare in modo diverso più creativo, apparentemente meno impegnato ma più efficace. Essere se stessi, non per rivendicare o innalzare muri, ma per condividere, spostando l’ottica dal mio-tuo al nostro. 

Questo è la nostra idea di teatro di comunità: un processo nel quale i giovani costruiscono il loro diritto di cittadinanza riappropriandosi di luoghi della città e al contempo reclamando il loro diritto di essere visti, uno strumento di formazione alla responsabilità, attraverso la metodologia della ricerca-azione.

Questa tecnica che individua il gruppo come agente di cambiamento permette di avviare un processo circolare tra conoscenza e trasformazione della realtà, per cui la teoria orienta l’azione indirizzata al cambiamento e gli effetti riorganizzano le conoscenze di chi vi partecipa.

Individuato un luogo della loro città ritenuto attualmente inidoneo attraverso la ricerca-intervento, i ragazzi hanno recuperato tessere di un puzzle sconosciuto, incontrando persone e ascoltando le loro narrazioni.  Dopo aver recuperato foto e documenti, si è giunti a tracciare una storia sconosciuta ai ragazzi del posto, creando ponti con la memoria che sarà la base sulla quale immaginare un futuro.

Oggi siamo nella fase di decodifica e contestualizzazione che ci porterà alla proposta che sarà lo spettacolo da rappresentare nel luogo scelto a diventare la scenografia naturale, il contesto dove i giovani rappresenteranno il loro testo. Il copione sarà il documento che consegneremo all'Amministrazione come contributo per lo sviluppo delle politiche verso i giovani con i giovani”.

 

 

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