Acqua: l’Umbria è Waterfestival o emergenza idrica?
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Solo un paio di mesi fa sembrava che la nostra bella regione fosse tanto ricca di acqua pura e sorgenti incontaminate che per valorizzare ed ottenere risultati migliorativi in termini di incoming turistico, enti pubblici come la Regione, le Provincie, la Camera di Commercio e molti sindaci aderivano al progetto investendo denaro pubblico insieme a gruppi di imprenditori e multinazionali che ben poco interesse possono avere nel salvaguardare il bene più prezioso se non per l’espletamento di un marketing avanzato “finto ambientalista” mirato ad ottenere profitti su beni che devono rimanere comuni e ulteriori sconti sulle già irrisorie tasse regionali di concessione.
Nel frattempo l’A.r.p.a. Umbria lanciava l’allarme siccità che oramai è sotto gli occhi di tutti e la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza idrica. Perché non si parli mai delle aziende che effettuano prelievi artificiali dalle nostre falde lucrando ed impoverendo irreversibilmente l’ambiente ?
Per non parlare di pozzi profondi oltre 400 metri, ferite sanguinanti al cuore dei nostri verdi colli, non ancora chiuse e realizzate con l’assenso di “scrupolosi” amministratori pubblici tanto che unici in Italia ad aver permesso tali sfregi. Non sono bastate le sentenze del Tar, quella del Consiglio di Stato e gli studi di emeriti professori dell’Università la Sapienza di Roma per ripristinare con canoni scientifici lo stato dei luoghi.
La sentenza della Corte Costituzionale del 20 luglio boccia l’articolo 4 del decreto legge 13 agosto 2011n. 138* (il quale ristabiliva la privatizzazione dei servizi idrici), in quanto raggirava e ribaltava l’espressione della volontà popolare esplicitata con il referendum 12-13 giugno 2011, classificandola quindi come incostituzionale. Speriamo almeno che questo sia utile per la diffusione di una cultura (e serva da monito per chi intende amministrarci nell’osservanza dei più basilari valori democratici) di rispetto verso il creato e verso il principio “l’acqua è vita e non può essere in alcun modo privatizzata né commercializzata a fini di lucro”. Ovvero basta con attentati alle risorse idriche e sì al ripristino della legalità.
E’ emergenza siccità, ora nessuno lo può negare. Risparmiamo acqua, iniziando ad applicare le norme vigenti togliendo disponibilità alle multinazionali che imbottigliano, come previsto dalle regole morali e da quelle legislative relative alle concessioni sugli emungimenti (sospensione concessioni per uso industriale in caso di emergenza idrica). Elicotteri stanno sorvolando le nostre campagne e i nostri agricoltori vengono ingiustamente multati se irrigano i campi per produrre vera ricchezza con modalità sostenibili e nel rispetto delle risorse naturali. D’altronde da secoli i nostri agricoltori operano con il buon senso di chi quotidianamente vive a contatto con la natura e ci insegnano a rispettarla con saggezza ed equilibrio lungimiranti.
E’ giunto il tempo di smetterla con giustificazioni pretestuose sugli sprechi. Non si può e non si deve più tacere la più grave causa dell’emergenza idrica: i prelievi artificiali, soprattutto tramite pozzi profondi, delle ditte che imbottigliano l’acqua di tutti per il beneficio di pochissimi e con conseguenti gravi danni ai bacini. E’ ora che gli elicotteri abbandonino la caccia agli usi agricoli ed invertino la rotta, sia verso i luoghi degli stabilimenti che depredano senza misura né alcun controllo le risorse idriche, sia verso i luoghi di potere che autorizzano tali atti criminali.
Mettiamo uno STOP ai prelievi per scopi commerciali, se vogliamo conservare le risorse idriche! E’ dovere di ogni essere umano fare quanto possibile per garantire le risorse naturali alle prossime generazioni. Ci appelliamo alla coscienza di ogni padre e madre: prendiamo atto della triste realtà e uniamo, prima che sia troppo tardi, le nostre voci all’appello: diamo l’acqua ai nostri agricoltori e rispettiamo le normative di legge che prevedono le sospensioni alle concessioni alle multinazionali ! Oppure facciamo finta di nulla e continuiamo pure con i Waterfestival a sognare l’acqua che non c’è….
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