ROMA - Il Tar del Lazio ha condannato i ministeri dell'Ambiente e della Salute a risarcire gli utenti dell'acqua di varie regioni (Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia, Umbria) dove si e' registrata la presenza di arsenico con almeno 100 euro a cittadino. Lo rende noto il Codacons, secondo cui "la sentenza apre una strada di incredibile valore, affermando che fornire servizi insufficienti o difettosi o inquinati determina la responsabilita' della pubblica amministrazione per danno alla vita di relazione, stress, rischio di danno alla salute. Ora questa strada sara' percorsa anche per chiedere i danni da inquinamento dell'aria e da degrado sia a Napoli che a Roma e nelle altre grandi citta' in cui la vivibilita' e' fortemente pregiudicata dal degrado ambientale".

"Si tratta di una vittoria importantissima - ha dichiarato il presidente del Codacons Carlo Rienzi - perche' pone termine alla impunita' di regioni e ministeri che per non spendere i soldi stanziati o non sapendoli spendere hanno tenuto la popolazione in condizioni di degrado e di rischio di avvelenamento da arsenico. Ora i singoli presidenti delle regioni e i singoli ministri dell'Ambiente e della Salute succedutisi negli ultimi anni, quando promettevano all'Europa bonifiche delle falde in cambio di aumento dei limiti di presenza del metallo velenoso nelle acque, dovranno essere perseguiti dalla Corte dei Conti per rimborsare l'erario dei soldi che dovranno risarcire agli utenti".
 

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