“Non capisco e quindi non mi adeguo. No, non mi adeguo neppure per un attimo all’impostazione di chi vede nella decisione assunta l’inizio di una procedura con risvolti positivi che sono totalmente immaginari”: è il commento del consigliere regionale del PdL Alfredo De Sio dopo il via libera alla vendita del sito siderurgico di Terni da parte della Commissione europea.

 

“La decisione che è stata presa – spiega De Sio - non risponde a nessuna delle preoccupazioni che erano state espresse e che, anzi, oggi diventano realtà concreta con l’avvio di procedure di vendita al buio poiché, di fatto, mettono Terni nella condizione peggiore per trovare un acquirente in grado di dare quelle garanzie che tutti reclamiamo. Quale sarebbe la novità positiva emersa, la disponibilità di Outokumpu a verificare se ci sono le possibilità di mettere in vendita anche il tubificio a fronte di un interesse per l’acquirente del sito ternano che ancora non esiste?”.

 

“Abbiamo verificato in questi mesi – prosegue il consigliere regionale - l’attendibilità delle parole dei manager finlandesi, i quali appaiono storditi in trattative che sembrano soverchiare le loro capacità di comprensione della situazione. Ci sono per caso garanzie esplicite su come debba essere gestita la vendita in termini di compattezza del sito e delle sue produzioni? No, assolutamente, tutto è affidato a generiche espressioni di mantenimento di una competitività che abbiamo visto bene quanto sia aleatoria. La verità è che si è avviata la procedura nel modo peggiore, così come paventato e cioè senza nessuna garanzia, senza nessun vincolo e senza che il ruolo del Governo nazionale abbia spostato di una virgola i termini della questione”.

 

“Ecco perché – continua - non solo non va abbassata la guardia ma va rilanciata una dura presa di posizione delle istituzioni e dei lavoratori contro la minimizzazione della situazione in atto. Ciò che lascia più increduli è l’oblio nel quale è caduta la memoria di come sia nata tutta l’operazione di vendita ed acquisizione di Inoxum da parte di Outokumpu, senza che la commissione facesse un minimo esame delle tante, troppe anomalie che hanno accompagnato l’intera vicenda”.

 

“Altro che vigilanza - conclude De Sio - l’antitrust europeo ha semplicemente fatto da notaio a decisioni assunte altrove, senza neppure valutare le indicazioni dei parlamentari europei della Commissione Industria e certificando l’egemonia di interessi che nulla hanno a che fare con la libera concorrenza e tantomeno con la tutela delle produzioni europee”.

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