Ieri si è svolto  in via telematica l’incontro convocato dal Ministero dello Sviluppo Economico, tra le organizzazioni sindacali
nazionali e territoriali, alla presenza delle Sottosegretarie Alessandra Todde e Alessia Morani e dell’Amministratore delegato
AST Terni, Ing. Massimiliano Burelli, a seguito della volontà di cessione da parte della Thyssenkrupp del sito di Terni.
Come USB abbiamo chiesto al Governo di ufficializzare le reali intenzioni del governo sull’AST e sull’intero settore
siderurgico, chiedendo di farlo in una sede di confronto specifica.
Occorre un piano di rilancio della siderurgia, un settore centrale se vogliamo pensare all’industria, allo sviluppo delle
infrastrutture e della cantieristica, con un grado di minima indipendenza dalle produzioni europee ed extra-europee.
Mentre in Germania si sta pensando a forti investimenti, 10 miliardi entro il 2030 e altri 20 entro il 2050 per l’acciaio, puntando
ad una produzione a basso impatto ambientale, in Italia il quadro è desolante, senza un futuro definito delle produzioni
siderurgiche, i siti di Taranto, Piombino, Terni avranno un destino drammaticamente segnato dal punto di vista occupazionale e
ambientale.
Lo diciamo da tempo, di fronte agli interessi conflittuali dei privati, solo un intervento diretto dello stato, una nazionalizzazione,
è in grado di tenere insieme piani di sviluppo, esigenze industriali del paese, occupazione e tutela ambientale del territorio. La
ricetta delle aziende di socializzare le perdite e tenersi i profitti, non parla agli interessi generali.
Nello specifico la vicenda AST di Terni è emblematica, unico produttore italiano di acciaio inossidabile, dal 2012 rimbalza da
una parte all’altra. Quell’anno la Commissione Europea ha rigettato la vendita di AST alla finlandese Outokumpu, da allora il
sito di Terni è tornato nelle mani della ThyssenKrupp che più volte aveva dichiarato l'uscita dalla produzione di acciaio e quindi
non più core business.
 
Alla scadenza dell'accordo ponte, firmato al MISE nel 2016, che doveva garantire livelli occupazionali, produzione e
investimenti, l’AD.Burelli ha comunicato l'impossibilità di mantenere fede agli investimenti e alla trasformazione dei contratti
interinali, non garantendo più il numero complessivo di 2350 lavoratori diretti.
La vendita di AST, per la sua produzione strategica non può essere una cosa tra privati, il Governo deve avere la forza di trattare
direttamente con la proprietà.
Registriamo la proposta dell’AD di aprire un confronto con le organizzazioni sindacali territoriali per un ulteriore accordo ponte
che abbia come obiettivo la gestione della fase “transitoria” da qui alla vendita, ma ribadiamo che non sarà accettata nessun
ridimensionamento occupazionale e qualsiasi “riorganizzazione mascherata”.
Verificheremo se di fronte alla nostra denuncia, l’azienda terrà fede all’impegno a riprendere i programmi di manutenzione.  
Guardiamo con attenzione alla dichiarazione della Sottosegretaria Todde sulla strategicità di AST e circa l’impegno dello stesso
Ministero a monitorare quotidianamente gli sviluppi sul sito ternano, che ha sollecitato la firma in tempi brevi, di un accordo
ponte che salvaguardi il sito e i livelli occupazionali.
La Sottosegretaria Todde ha dichiarato che il governo sta lavorando al piano nazionale sull’industria siderurgica, anche
utilizzando le risorse del Recovery Fund, per il rilancio delle produzioni siderurgiche accompagnando la trasformazione delle
produzioni di acciaio con costi energetici e minor impatto ambientale.
Seguiremo con attenzione i passaggi che accompagneranno il piano nazionale della siderurgia a livello nazionale e in UE, di
quest’ultima sede dove peserà il giudizio sulla fattibilità e le risorse che saranno concesse.
È un quadro complesso che mantiene aperte tutte le nostre preoccupazioni, per questo mentre chiediamo al Governo un tavolo di
confronto stabile, torniamo a sollecitare l’urgenza dell’intervento diretto pubblico a difesa dell’occupazione e della tutela
dell’ambiente.
Sul sito di Terni come USB diciamo che è giunto il tempo del rilancio territoriale, un territorio che grida vendetta dopo anni di
produzioni industriali che hanno flagellato l’ambiente e la salute dei lavoratori e della popolazione.
Un rilancio duraturo, sostenibile e diversificato.
USB NAZIONALE LAVORO PRIVATO
FEDERAZIONE USB TERNI
RSU AST USB

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