PERUGIA - "Quello della Regione Umbria è un attacco deliberato alla libertà delle donne e al diritto di scelta sulla interruzione volontaria di gravidanza". Lo afferma in una nota il coordinamento donne dello Spi Cgil dell’Umbria, commentando l’abrogazione da parte della giunta di centro destra della possibilità per le donne di affrontare l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica in regime di day hospital e imponendo il ricovero di tre giorni. 

“Una scelta non solo sbagliata, ma inopportuna e pericolosa - continuano le donne del sindacato pensionati dell’Umbria - sia perché l’emergenza coronavirus non è affatto superata, con i conseguenti rischi per le donne costrette al ricovero, sia perché essendo aumentato il numero dei medici obiettori l’accesso alle prestazioni potrebbe essere complicato e avere tempi lunghi. Ci sorge il sospetto che dietro questa azione della Giunta regionale ci sia un preciso progetto politico, caro ad esempio al senatore Pillon: quello di riportare indietro la nostra regione e i diritti delle donne, conquistati faticosamente dopo anni di lotte e lenti avanzamenti”. 

"Al ministro Speranza chiediamo il pieno rispetto della 194 e del diritto all’autodeterminazione delle donne - concludono le donne dello Spi Cgil dell’Umbria - Da parte nostra, siamo pronte a scendere in piazza insieme alla Cgil e alle associazione delle donne della nostra regione”.
 

 

 

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