Abolizione province colpisce cittadini e autonomie locali senza risolvere nulla
TERNI - L’ultima manovra finanziaria del governo Berlusconi, con i suoi 45 miliardi di tagli, è una resa incondizionata ai diktat dei banchieri europei, a cui verranno sacrificate, con l’abolizione delle provincie sotto i 300 mila abitanti e l’accorpamento dei comuni sotto i 1000 abitanti, le stesse istituzioni democratiche; l’Umbria, privata della Provincia di Terni e di decine di comuni, tornerà indietro di un secolo.
Il governo ha deciso di sospendere la democrazia senza portare né giustizia, né sviluppo; dopo aver svuotato le autonomie locali delle risorse necessarie per svolgere le loro funzioni si proclama per decreto la loro inutilità, in barba alle più elementari esigenze di confronto fra le istituzioni e cavalcando un populismo tanto autoritario nella forma quanto reazionario nella sostanza. Questo poi potrebbe essere solo l'inizio: dalle dichiarazioni di Rotondi, si evince, infatti, che è sua ferma convinzione sperimentare l'idea di creare delle macro-regioni. L'ipotesi, formulata con offensiva superficialità, è inquietante. Ogni regione italiana ha la sua cultura, la sua vocazione territoriale, la sua storia; come si concilia questa volontà con il tanto blandito federalismo? Temiamo che il sacrificio delle soggettività serva solo ad alienare differenze culturali che si rappresentano con progetti di vita diversi e ideali alternativi.
Rifondazione Comunista è concorde nelle sue massime espressioni regionali e provinciali nel ritenere necessaria un’opposizione intransigente a misure che smantellano la struttura istituzionale del nostro territorio. Le Assemblee elettive, definite costituzionalmente, non posso essere cancellate da una manovra finanziaria. Per noi ridurre gli sprechi rimane un imperativo, ma affossare la democrazia, distruggere professionalità e azzerare competenze è aberrante. La razionalizzazione dei costi passa per l'efficacia dell'azione di governo, per la vicinanza al cittadino, per la lotta contro il sistema delle tangenti e dei privilegi, non per l'eliminazione dei presidi democratici territoriali. come le Province e i Comuni. Il prezzo delle inefficienze che ne deriveranno non può ricadere per l'ennesima volta sulla popolazione. Per questo Governo di destra, commissariato dall'Europa dei banchieri, meno politica significa meno stato sociale, meno diritti e meno libertà.
È giunto il momento di mettere in atto, a partire dagli negli enti locali, una straordinaria mobilitazione a difesa della democrazia, che chiami a raccolta tutte le forze sociali e politiche convinte non solo dell’iniquità di queste misure, ma anche della minaccia che rappresentano per il nostro Paese; la resistenza a questa finanziaria è un pezzo della risposta alla crisi, che deve andare di pari passo con la difesa dei beni comuni e dei diritti del lavoro.
Sabato
13/08/11
18:01
Non capisco e non mi adeguo. Anzi leggendo questo articolo vorrei proprio non capirci niente o ancora meglio non averlo letto. No, non ne posso più di questi carrozzoni inutili e le provincie qualsiasi esse siano lo sono e come. Carrozzoni che succhiano denaro ai cittadini. Cari compagni ho una concezione ben diversa della democrazia, quella che viene dal basso, quella che ha voce in capitolo e non quella che paga ogni santo giorno nuove tasse per reggere quest'inutili carrozzoni.
Sono profondamente deluso!
Sabato
13/08/11
21:02
COME DICE TOTO' ......."MA MI FACCIA IL PIACERE" !
SEMMAI ABOLIRE SOLO 30 PROVINCIE NON RISOLVE NULLA ,MA TUTTE AVOGLIA !!!!
Lunedì
15/08/11
12:08
Scusate,ma neppure io capisco, ma veramente credete che la democrazioa sia sospesa perchè accorpano 10 comuni al di sotto dei 1000 abitanti, o perchè aboliscono la provincia di terni?
Personalmente credo che si potrebbe addirittura prendere in considerazione l'opportunità delle macroregioni, di cui alla fondazione Agnelli.
A vostro parere, questo taglio affosserebbe la democrazia, perchè la democrazia la si misura secondo il numero degli enti territoriali?
E' giunto il momento,per i cittadini, per i lavoratori ed i pensionati di difendere il loro livello di vita,il salario,il contratto,la democrazia nella fabbrica,queste sono le cose contano, per la gente comune.
La vostra ,stavolta, mi sembra una difesa del posto di lavoro,ma del vostro.Ma veramente credete che avere 20 consiglieri regionali al posto di 30 sia antidemocratico, è forse democrazia quella che vediamo al parlamento,tutti nominati, nessun eletto,tutti affaccendati a trovare misiure per fottere il popolo? La democrazia è da mò che non c'è.
E' democratico avere un listino? E' democratico non essere stati eletti e aver imposto la propria nomina? Queste sono le domande a cui ,io non trovo risposta.
Lunedì
15/08/11
14:36
Se questa manovra "forzosa" ha un merito forse l'unico è questo: mettere a nudo come la pensano i politici rispetto ad istituzioni sempre più vissute come inutili dai cittadini. Credo che questo dibattito sarà di forte aiuto a vedere quanta concretezza o quanta demagogia c'è in chi ci rappresenta. E la crisi in questo ci e li espone con cruda violenza!