Il 27 gennaio 1945 l'Armata Rossa dell'URSS liberava il campo di concentramento di Auschwitz in Polonia a 30 km da Cracovia, il più grande centro di reclusione e di sterminio del regime nazista.

Il mondo veniva così a conoscenza dell' olocausto, di tutte le sue atrocità e malvagità

Nel campo non vi erano reclusi solo ebrei, ma anche prigionieri politici, zingari, omosessuali, comunisti e circa 250.000 bambini e adoloscnti, che tra il 1940 e il 1944 furono prigionieri ad Auschwitz. Innocenti vite che hanno reso ancora più mostruosa una questione già di per sé terribilente atroce.

Il 1 novembre del 2005 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 60/7, preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio dello stesso anno che celebrò il 60° anniversario della liberazione dei campi, stabilì che  il 27 gennaio di ogni anno fosse dedicato alla commemorazione delle vittime dell'olocausto.

Ma l'Italia aveva già formalmente istituito la giornata commemorativa qualche anno prima della stessa risoluzione delle Nazioni Unite per ricordare, oltre alle vittime dell'olocausto, anche le leggi raziali che il fascismo emanò nel 1938, le persone che misero a rischio la propria vita per salvare i perseguitati ebrei, nonché tutti i deportati militari e politici italiani nella Germania nazista.

Così in questo giorno, battezzato come "il giorno della memoria", istituzioni politiche e civili, scuole, organizzano iniziative per ricordare e condannare ancora una volta quelle terribili pagine della nostra storia per non dimenticare, perché mai più possano accadere simili atroci crimini, perché follie del genere non possano più ripetersi.

Eppure, dopo quanto è avvnuto e ripetutamente denunciato, ancora oggi c'è qualche esaltato che parla di razza e di purezza della razza.

I campi di concentramento che si ispirano a quelli nazisti sono ancora esistenti in varie parti del mondo. Basta vedere come vengono trattati nei campi della libia migliaia di immigrati ammassati in questi spazi senza cure, con pochi viveri, senza il minimo rispetto della dignità umana.

Il rigurgito fascista e nazista è tanto più frequente e visibile quanto più le classe sociali più deboli e disagiate sono lasciate sole, quanto più la sicurezza sociale è messa a richio, quanto più si alimenta la paura e  il concetto che la precarietà sociale derivino da persone che lasciano il proprio Paese perché teatro di guerre fraticide, dove la povertà è senza speranze di riscatto, dove il diritto alla vita è fortemente compromesso.

Chi soffia sul vento di queste contraddizione e ci specula politicamente è responsabile di un degrado sociale che determina solo un conflitto orizzantale fra gli ultimi delle varie società. E se gli ultimi del nostro Paese attribuiscono la responsabilità della loro precarietà sociale agli ultimi che fuggono da Paesi altrettanto disagiati, crea le condizioni dell'odio raziale.

E' storicamente provato che sono state le politiche di austerità, adottate negli anni '20 e '30 del secolo scorso in Europa, a creare povertà e degrado sociale, favorendo l'ascesa e l'affermazione del fascismo e del nazismo con tutta la loro retorica sulla razza e dell'uomo forte che si impose per superare qualsiasi tipo di conflitto sociale.

La storia ha dimostrato che così non è stato e la tragedia è venuta dopo ed è stata assoluta.

Il conflitto non può essere orizzantale, ovvero fra poveri, i poveri possono emanciparsi solo conquistando più diritti e quindi rivendicando tali diritti verso chi  non riconosce, attraverso analisi pretestuose e fuorvianti, il diritto alle classi meno abbienti di migliorare la propria esistenza e di emanciparsi. Questa classe è quella dominante, che detiene il potere che non vuole perdere e che vuole mantenere a tutt i costi.

Umbrialeft denuncia questa situazione e parteciperà alle manifestazione che a Perugia vengono organizzate per non dimenticare, perchè certe atrocità non avvengano mai più, perchè una società dove i diritti universali dell'uomo siano rispettati nel rispetto della democrazia e dell'uguaglianza sociale ed economica.

Attilio Gambacorta

Associazione culturale Umbrialeft

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