In 400 con la Cgil a Bastia Umbra: “Con 2 Sì possiamo cambiare"
BASTIA UMBRA - Parte da 400 la campagna #Con2Sì della Cgil dell’Umbria per i referendum sul lavoro che chiedono l’abolizione dei voucher e il riconoscimento della responsabilità solidale negli appalti. Tanti erano infatti i lavoratori e le lavoratrici, insieme a pensionati e studenti, che hanno riempito stamattina il centro congressi Umbria Fiere di Bastia Umbra, per l’assemblea regionale della Cgil.
“Quella dei referendum e della Carta dei Diritti (la legge di iniziativa popolare per la quale la Cgil ha raccolto oltre 1 milione di firme, ndr) è per noi una sfida del tutto inedita - ha detto nel suo intervento di apertura Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria - ma per questo ancor più stimolante. L’idea è quella di rimettere il lavoro al centro della scena in questo paese, cosa che in parte è già avvenuta grazie alla nostra iniziativa. Ora si tratta di fare di questa battaglia - ha concluso Sgalla - una battaglia generale per restituire dignità al lavoro”.
Tante le storie e le testimonianze portate nel corso dell’assemblea, sia dal vivo che in video, come quella Dario, farmacista di Perugia, pagato a voucher e portato così ad emigrare per cercarsi un futuro migliore all’estero. Come quella di Annaleana, cuoca in appalto negli asili del Comune di Perugia. O quella di Brunangela, una laurea, sei mesi di formazione all’estero per poi rientrare in Italia e vedersi offrire un “contratto” a voucher da un’agenzia di formazione.
“Sono storie che smascherano la bugia di chi ha spacciato i voucher come una soluzione al lavoro nero - ha osservato nelle sue conclusioni Roberto Ghiselli, segretario della Cgil nazionale - in realtà, i voucher lo hanno legalizzato il lavoro nero. Ecco perché vogliamo abolirli, così come vogliamo restituire dignità e diritti alle lavoratrici e ai lavoratori in appalto. La nostra - ha concluso Ghiselli - è una battaglia di civiltà. Un paese che si regge sul lavoro povero e sul lavoro precario non ha futuro. Con 2 sì ai referendum e con la Carta dei diritti universali possiamo riprendercelo il nostro futuro”.
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