PERUGIA - Sono 39 gli avvisi di garanzia emessi dalla Dda di Ancona per smaltimenti illecito di rifiuti (tra cui rame ed alluminio) a conclusione di indagini condotte dal Corpo forestale dello Stato dell'Umbria nelle province di Pesaro Urbino, Ancona e Perugia. Tra i destinatari degli avvisi (in corso di notifica nelle ultime ore), un italiano di Fabriano di 78 anni, titolare di una ditta di smaltimento, due macedoni e 36 marocchini.

L'impianto di stoccaggio e smaltimento di rifiuti ferrosi e' situato nella frazione di Cupo, a Fabriano (Ancona). Traffico e smaltimento illecito di rifiuti l'accusa contestata ai 39 destinatari degli avvisi di garanzia in corso di notifica: 17 a Perugia, 20 nelle Marche.

In corso, da stamani, anche 34 perquisizioni personali e locali, di cui 20 nelle Marche, tra le province di Ancona e Pesaro-Urbino, e 14 in provincia di Perugia. E' stata stralciata, invece, la posizione di una delle persone coinvolte.

L'indagine del Corpo forestale dello Stato era partita nell'agosto del 2008. Nel corso di tale attivita', sono stati anche sequestrati nove veicoli, utilizzati, secondo l'accusa, dai cittadini stranieri per recuperare e trasportare fino alla ditta di Fabriano, il materiale ferroso che poi veniva smaltito.

I particolari sull'operazione sono stati resi noti, stamani, in una conferenza stampa, dal primo dirigente del Corpo forestale dello Stato dell'Umbria, Guido Conti. I primi accertamenti erano partiti dopo il rinvenimento, nel 2008, presso il depuratore comunale di Scheggia, di 34 contenitori in plastica vuoti, risultati poi pero' contenere alcune tracce di rifiuti considerati pericolosi.

Gli uomini del Corpo forestale di Scheggia-Pascelupo, a seguito delle indagini, sono riusciti a identificare la provenienza dei contenitori abbandonati, risultati riconducibili a una ditta di Sigillo. Il titolare dell'azienda ha riferito di aver dato in consegna il materiale ferroso a una ditta di smaltimento e, in particolare, a due extracomunitari che avevano provveduto a trasportarlo a bordo di un furgone rosso. Alcuni mesi dopo i due stranieri sono stati identificati e il mezzo sequestrato.

Nei mesi successivi, questa volta nella zona di Gualdo Tadino, il Corpo forestale ha controllato e sequestrato altri quattro furgoni, tutti riconducibili a extraconunitari che, in assenza dell'iscrizione all'albo dei trasportatori e della abilitazione all'albo gestori di rifiuti, trasportavano il materiale ferroso che poi veniva smaltito.

Dalle indagini condotte in collaborazione con il Corpo forestale di Ancona, a seguito di numerosi appostamenti, pedinamenti e riprese video, e' emerso come i rifiuti raccolti dai cittadini extracomunitari fossero destinati all'impianto di stoccaggio e smaltimento di Fabriano, dove venivano scaricati direttamente nel piazzale della ditta stessa.

Secondo gli investigatori, l'operazione ha portato alla luce una sorta di attivita' parallela di gestione dei rifiuti, di cui i cittadini stranieri, grazie a prezzi piu' bassi per lo smaltimento, erano arrivati ad ottenere una specie di monopolio. La ditta marchigiana arrivava a smaltire tonnellate di materiali ferrosi, in particolare rame e alluminio.
 

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