L’assurda e atroce uccisione di Vittorio Arrigoni ci lascia sgomenti. Per alcuni era un pazzo, per altri un estremista, per altri ancora un eroe, un sognatore, un idealista. Per noi era un uomo buono e generoso. Di fronte alla guerra e all’ingiustizia che sta violentando il mondo, Vittorio Arrigoni aveva messo in gioco la sua vita e l’ha persa. L’aveva fatto per reagire alla tanta, troppa indifferenza che circonda tante tragedie umane come quella dei palestinesi di Gaza. L’aveva fatto per rompere il silenzio complice di tanta informazione e “l'imperdonabile assopimento della coscienza civile”. E’ amaro dirlo oggi ma mentre Vittorio ha perso la sua vita in un giorno, molti altri, prigionieri del cinismo e dell’egoismo, la perdono tutti i giorni.

Forse non sapremo mai chi e per quali ragioni ha armato la mano dei killer che lo hanno ucciso a Gaza. Ma nessuno si permetta di utilizzare il suo assassinio per spargere altro odio e altra violenza contro questo o contro quello. Vittorio non ha mai voluto far del male a nessuno. Nessuno strumentalizzi la sua morte. Sarebbe come ucciderlo due volte.
 

Con Vittorio si spenge una voce. Una voce chiara, sincera e diretta. Facciamo in modo che non si spenga anche la voce degli oltre 750.000 bambini che vivono prigionieri della Striscia di Gaza insieme ai loro genitori. Prima ci pensava Vittorio, ora ci dobbiamo pensare noi. (Pubblichiamo di seguito il suo ultimo comunicato)

A Vittorio Arrigoni e a tutti i giovani che stanno dando la loro vita per la libertà, la dignità, la giustizia e la democrazia dedicheremo il 29° Seminario nazionale della Tavola della pace che si apre oggi alle 15.00 ad Assisi presso la Pro Civitate Christiana. Tre giorni di incontri e dibattiti “per la pace e la libertà, i diritti umani e la democrazia” che metteranno a confronto oltre trecento giovani, gruppi, associazioni, amministratori locali, insegnanti e giornalisti. Abbiamo bisogno di rinnovare l’impegno per costruire una politica di pace e di giustizia in Terra Santa, nel Medio Oriente, nel Mediterraneo e nel resto del mondo.” Perché, come diceva Vittorio, vogliamo restare umani.

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