25 aprile, la pagina del ricordo
Domani si celebrerà in tutto il Paese la giornata del 25 Aprile, festa della Liberazione dal
giogo nazi-fascista.
Una festa di popolo che ha visto sconfitta la tirannide Nera e tornare la democrazia.
Molti furono i giovani che abbandonarono le proprie case, gli affetti, il lavoro, fuggirono sui
monti, al freddo e alle intemperie, mettendo a rischio la propria vita, mossi dagli ideali
comuni di libertà.
Un movimento all’inizio spontaneo, poi sempre più legato al PCI e agli altri partiti
antifascisti che operò dalle zone di Deruta.-Torgiano fino ai monti di Pietralunga, Gubbio e
Pesaro.
Nella zona di Perugia il raggruppamento prese il nome di Brigata Innamorati, in memoria
del giovane caduto a Foligno nel 1944.
Al comando della brigata che operò all’inizio, in prevalenza, a Monte Malbe c’era il
compagno Dario Taba.
Anche la mia famiglia ha partecipato alla lotta partigiana sia con mio nonno Ettore Mattioli
che con i figli Settimio e Marsilio: tutti iscritti al partito comunista italiano.
Il nonno, cavaliere di Vittorio Veneto e medaglia al valor militare, non si è sottratto al suo
dovere morale di combattere contro i fascisti e i tedeschi delle SS.
Ricordava sempre ai nipoti, perché tramandassero ai figli la memoria storica dei fatti, non
solo, gli episodi della Grande guerra, ma anche della seconda e che il Taba, e altri, erano di
casa nella nostra famiglia, dove pure le donne hanno contribuito alla lotta fornendo ai
combattenti, secondo le loro possibilità, un grande aiuto logistico.
Mio zio Settimio, il più giovane dei fratelli Mattioli scappò da Spoleto, dove faceva il pre
militare per unirsi ai combattenti della brigata Innamorati dove già c’era suo fratello
Marsilio.
Sia mio nonno che i figli hanno partecipato a diverse azioni militari, inoltre in casa, nascoste
in un luogo segreto e sconosciuto ai più, vi erano state deposte delle armi da utilizzare solo
in determinate azioni di combattimento.
Mio padre, intanto, Armando Mattioli, era internato militare in un campo di prigionia prima
in Germania poi in Polonia, dove fu liberato dall’armata Rossa il 27 marzo del 1945 e
rimpatriato il 1° settembre.
A mio padre è stata concessa la croce al merito di guerra e per internamento in Germania.
Anche dopo la guerra Dario Taba ha continuato, tornando pure dall’estero, a frequentare la
mia famiglia. Anch’io, in seguito ho avuto l’onore di conoscerlo brevemente.
Al nonno e ai figli fu riconosciuta la qualifica di partigiano combattente, equiparati ai”
combattenti volontari della guerra di liberazione”.
Per la nostra famiglia una data, quella del 25 Aprile, particolarmente cara sia per la valenza
nazionale sia perchè ci ricorda l’impegno generoso dei nostri padri e nonni, che non stettero
a guardare, come molti altri, ma si impegnarono per il bene della Comunità.
L’impegno civile di Ettore, Armando, Marsilio e Settimio mossi da ideali di grande umanità
e legati ai valori della Resistenza e a una vita di dignità pubblica e privata rappresenta,
ancora oggi, un valido esempio per i giovani.
I valori della Resistenza devono essere difesi da ogni tentativo di revisionismo storico ed
essere sempre alla base della nostra Costituzione e del vivere sociale, politico del nostro
paese.
Giuseppe Mattioli
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