PERUGIA - L’Assemblea legislativa dell’Umbria, nella seduta odierna, ha discusso l’interrogazione a risposta immediata del consigliere regionale Attilio Solinas (misto Mdp) relativa al “superamento del precariato per i medici di emergenza sanitaria territoriale”. 

Illustrando l’atto ispettivo, Solinas ha sottolineato che “sono circa 10 i medici dell’emergenza sanitaria territoriale convenzionati a tempo determinato e che alcuni di questi lavorano con tale forma contrattuale dal novembre 2003. Alcune Regioni, tra cui l'Emilia-Romagna e la Toscana, hanno già intrapreso specifici percorsi per il superamento del precariato dei medici convenzionati di emergenza sanitaria territoriale. La Giunta regionale umbra, lo scorso 26 febbraio, ha adottato una deliberazione con cui viene attivato un corso per la formazione di ulteriori 40 medici per l'esercizio dell'attività di emergenza sanitaria territoriale che, valutato il contesto umbro, rischia di produrre solo ulteriore lavoro precario”.

L’assessore Luca Barberini ha risposto spiegando che “l’articolo 20 della legge Madia, tradotto della Conferenza Stato Regioni in linee guida da noi recepite, consente di avviare il percorso di stabilizzazione di personale medico che opera nella sanità e in particolare modo riguarda i medici assunti con contratto a tempo determinato, o altra tipologia contrattuale assimilabile alla dipendenza. I medici convenzionati a tempo determinato purtroppo non sono assimilabili a contratti di lavoro dipendenti e quindi non rientrano nella fattispecie prevista dalla legge Madia. Quindi questo tipo di intervento non è praticabile per chi ha un rapporto di tipo convenzionale. Questa incoerenza è stata rappresentata nella Conferenza Stato Regioni ed è stata chiesta una modifica legislativa che garantisca anche a queste figure quel tipo di percorso. Invece l’attivazione del corso di formazione per 40 medici per l’emergenza sanitaria, che non si svolgeva più dal 2001, si è resa necessaria perché non si trova più personale da impegnare nell’area dell’emergenza urgenza: chi esce da queste specializzazioni è in numero inferiore rispetto al fabbisogno della nostra Regione”. 

Nella replica Solinas si è detto soddisfatto della risposta dell’assessore “anche se rimane questa situazione paradossale perché i 10 medici sono i più esperti in Umbria e rischiano di rimanere fuori dalla stabilizzazione. Auspico una soluzione per inserirli in questo processo. Chiedo anche all’Assessore di rivalutare il percorso di Emilia e Toscana. È opportuno trovare una soluzione”.

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