PERUGIA - Le applicazioni dell’Intelligenza artificiale non sono solo una cosa per “giganti” dell’imprenditoria, ma anche per tutte le pmi; non sono una cosa futuribile, ma assolutamente presente, e pervasiva  E’ il messaggio forte e chiaro emerso dall’evento che si è svolto oggi a Perugia sul tema "Intelligenza artificiale, Web Intelligence, Social Network e Chatbot: come le macchine possono cambiare il volto delle nostre aziende in pochi click", promosso dall'associazione delle imprese Information Tecnology  Assintel Confcommercio Umbria. E un altro messaggio è emerso con chiarezza: l’importanza di un rapporto costante tra Università e impresa, tra ricerca e applicazioni pratiche.

“Una occasione di confronto che abbiamo fortemente voluto – ha detto nel suo saluto il presidente Assintel Umbria Roberto Palazzetti - perché è fondamentale che le imprese umbre dell’IT e non solo conoscano gli scenari che hanno di fronte e le occasioni di crescita che essi possono comportare”.

Il professor Stefano Bistarelli, del dipartimento di matematica e informatica Università di Perugia, coordinatore del nodo UniPG del Cyber Security National Lab, il professor Marco Gori, ordinario di sistemi di elaborazione dell'informazione nella Facoltà di Ingegneria dell'Università di Siena, già presidente della Società Italiana di intelligenza Artificiale, l'ingegnere Ernesto di Iorio, Ceo di QuestIT S.r.l. società nata nel 2007 come spin-off del gruppo di ricerca in Intelligenza Artificiale del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione di Siena, hanno guidato la platea in un percorso di approfondimento su un tema che segnerà lo sviluppo dei prossimi anni, con conseguente di fortissimo impatto non solo tecnologico, ma economico e sociale.

In un futuro molto vicino si prevede che le applicazioni dell’intelligenza artificiale provocheranno una riduzione dell’80% dei posti di lavoro con il contemporaneo aumento del 50% della produttività. Un paradosso solo apparente, perché saranno le macchine/robot a produrre.

Ma l’intelligenza artificiale è anche una freccia all’arco delle imprese, anche delle piccole imprese: grazie ad esempio ai chatbot, anche una pizzeria, piuttosto che un parrucchiere, e così via, possono gestire le conversazioni con i propri clienti attraverso un software che elimina i tempi di attesa, risponde alle domande, fornisce informazioni e, cosa più importante di tutti, accumula dati su dati sulla clientela, permettendone una efficacissima profilazione. Un potente strumento, dunque, per il marketing, per la gestione del post vendita, per creare coinvolgimento e dialogo con i propri clienti. Che, tra l’altro – così hanno appurato studi specifici – preferiscono parlare con un risponditore automatico piuttosto che aspettare un centralino che tarda a rispondere o una mail che tarda ad arrivare.

Vivremo in un mondo di oggetti intelligenti - auto che chiamano automaticamente i soccorsi, valige smart, sveglia che suona prima se c’è traffico, cartella clinica nel braccialetto, etichette e chip che tracciano cibo e vestiti – di case smart – con termostati gestibili da remoto, frigoriferi che segnalano scadenze  e fanno la spesa, lavatrici che decidono il programma di lavaggio, specchi che aiutano a  scegliere i vestiti, piastrelle del bagno e della cucina che assorbono l’umidità – di realtà aumentata, che consentirà ad esempio ai robot di fare interventi chirurgici e ai turisti di vivere esperienze dal “vero” guardando una semplice immagine promozionale.  Insomma, uno scenario in cui – hanno  sottolineato i relatori - ci saranno grandissimi cambiamenti, in cui non c’è niente di scontato e in cui anche le piccole e medie imprese possono giocare la loro partita.

 

 

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