“Quale futuro per la tabacchicoltura italiana”:in Umbria convegno per discuterne
CITTÀ DI CASTELLO - L’Umbria e l’Italia vogliono continuare a produrre tabacco, perché il settore è considerato irrinunciabile per l’interesse collettivo, per il ruolo economico che riveste, per quello storico e per lo stimolo all’innovazione tecnologica che il comparto ha da sempre apportato.
Con questo spirito è stato organizzato oggi il convegno a Città di Castello, cuore della produzione tabacchicola umbra, che a sua volta rappresenta il principale distretto europeo per la produzione della coltura.
Il convegno intitolato "Il futuro della tabacchicoltura italiana - tabacco e lavoro: una risorsa per il Paese” era organizzato da Interbright-Organizzazione Interprofessionale Tabacco Brigth, da O.N.T. ITALIA- Organizzazione Tabacco Italia scarl, da UNITAB-Unione Italiana Tabacco.
Vi hanno partecipato il Ministro alle politiche agricole Mario Catania; il Presidente della Commissione Agricoltura Parlamento Europeo, Onorevole Paolo De Castro; il Presidente della Regione dell’Umbria, Catiuscia Marini; l’assessore all’Agricoltura della Regione dell’Umbria, Fernanda Cecchini. Sono intervenuti anche rappresentanti delle OO.PP.AA. e delle OO.SS., parlamentari europei e nazionali delle aree di produzione tabacco, rappresentanti della filiera tabacchicola.
Moderato dal giornalista del Sole24ORE Alessio Romeo, l’incontro ha affrontato le principali questioni legate alla coltura a cuore dell’agricoltura italiana e umbra con una prima parte dedicata al “futuro della tabacchicoltura italiana” e una seconda dedicata a “tabacco e lavoro: una risorsa per il Paese”.
Tre le questioni centrali discusse nel convegno: innanzitutto ha rappresentato l’occasione per i produttori di avanzare proposte a tutela della produzione e della coltivazione del tabacco da recepire nella Pac 2014-2020, la Politica Agricola Comune, i cui emendamenti saranno presentati già nell’estate 2012.
In secondo luogo, il convegno ha offerto l’opportunità di aprire una discussione sulla proposta di direttiva europea che prevede l’introduzione di nuove disposizioni in materia di etichettatura, produzione e vendita dei prodotti del tabacco.
Terzo punto nodale del convegno, particolarmente a cuore dei produttori, ha riguardato il mercato: i coltivatori di tabacco richiedono l’aiuto delle istituzioni per aprire un negoziato con le principali manifatture per la collocazione della produzione tabacchicola italiana in un mercato sempre più globalizzato, stabilendo il giusto rapporto di compra-vendita.
Il processo produttivo del tabacco italiano è peraltro sottoposto a tracciabilità dal 2006, con contenimento delle sostanze chimiche utilizzate nelle pratiche agronomiche. Non è un caso che l’iniziativa sia stata organizzato in Umbria: nella regione sono 450 le aziende che coltivano tabacco, estese su 6.500 ettari dove viene prevalentemente coltivata la varietà Bright, cui è dedicata nella regione un’estensione pari al 43% della superficie nazionale adibita alla coltivazione di tale varietà.
Accanto al Brigth, stanno avanzando nella regione tentativi innovativi per reintrodurre varietà di tabacco un tempo coltivate e oggi quasi completamente abbandonate. In totale, in Umbria vengono prodotte 20mila tonnellate di tabacco all’anno, coinvolgendo cinquemila lavoratori tra comparto agricolo e industriale.
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