PERUGIA - La rappresentazione di ciò che non vogliamo essere, di ciò che non vogliamo vedere, si materializza all’improvviso davanti ai nostri occhi. E’ successo sabato pomeriggio nel salotto di Perugia, tra
le pietre del centro storico. Organizzata per Fantacity dal Teatro di Sacco, l’action mob “Morte nel pomeriggio” sulla droga e lo spaccio non ha lasciato nessuno indifferente. Un’azione creativa urbana di pochi minuti (e spontanea, 40 persone dai 18 ai 75 anni che hanno voluto coinvolgersi “per amore della città”) che ha parlato con linguaggio potente.

Così scrive e descrive oggi su Facebook Roberto Biselli, direttore del teatro di Sacco al quale si deve il coordinamento dell’iniziativa: “Dopo un lungo doloroso canto che pian piano si trasformava in urlo potente, tutti si lanciavano ad una disperata ricerca di "roba" in tutti gli anfratti del duomo e delle scalette, tra insulti dei tossici e degli "spaccia", urla dei vari cani intenti a urinare sulle stesse per l'eccitazione, sirene simulate; quindi, ad un segnale convenuto, tutti e 40 si sono messi in un lunga fila indiana, una lunga striscia di sangue vivo rosso.

Poi hanno lentamente estratto una siringa senza ago e hanno tutti simultaneamente iniettato la roba sula spalla di chi gli era davanti nella fila. Al suono di una nuova lacerante sirena, si sono rovesciati verso il "pubblico" delle scalette e della piazza e, uno ad uno, sono corsi verso la morte, stendendosi a terra nella piazza. Al termine della sirena 40 corpi, tra i 18 e i 75 anni, rossi di sangue a terra e uno striscione che campeggiava sulla fontana sopra di loro "Meglio vivere" tra gli applausi dei presenti e i "vaffa" degli altri. Un momento di grandissima intensità”.

Varie le reazioni dei presenti: curiosità, coinvolgimento emotivo, impatto forte per l’irrompere della realtà. E
anche polemiche che, scrive Biselli a nome delle 40 persone, “abbiamo udito sulle scalette con le nostre orecchie. La "realtà" appare solo in visione distorta e strumentale – prosegue Biselli -, e anche gli sforzi e l'azione viva dei cittadini viene ridotta a puro elemento di polemica per la corsa alla gestione del potere e non per risolvere collettivamente un gravissimo problema”.

 

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