di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Questi sono i particolari dei volti di due donne nel “Compianto sul Cristo morto”, opera della scultore Niccolò dell’Arca (1435-1494), che si firmava in realtà “Niccolò de Apulia” e fu eseguita per la chiesa di Santa Maria della Vita in Bologna su commissione della “Confraternita dei Battuti”, cioè i Flagellanti (o disciplinati), movimento religioso che prese le mosse da Perugia. 
L’opera, completa di sette figure, si trova nella chiesa della città felsinea. 
Le statue - ad altezza naturale - sono quella del Cristo a terra, di Maria, Giovanni, Giuseppe di Arimatea (o Nicodemo) e le pie donne, cioè Maria Salome, Maria di Cleofa e Maria Maddalena. 
“L’urlo pietrificato” - così è stato definito - è quello di Maria Cleofa e, in primo piano, della Maddalena. 
Niccolò prese il soprannome dell’Arca per aver risistemato l’arca di San Domenico di Guzman, sempre nella “dotta”.
Dell’artista sono rimaste scarsissime notizie.

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