di Isabella Rossi

PERUGIA - Il referendum sull’acqua pubblica che ha abrogato l’addebito nelle bollette idriche della remunerazione del capitale investito e la vittoria di Boschetto contro il Golia, “signore dell’acqua imbottigliata”. L’acqua nera dai rubinetti cinesi e la recente distruzione di un villaggio del Marocco, privato dell’accesso all’acqua e quindi del diritto di residenza per volontà di un privato interessato all’imbottigliamento della sorgente.

Non sono chiare, né fresche e tanto meno dolci, le acque dove navigano gli attivisti, riuniti al Fame, l’Alternative World Water Forum, tenutosi a Marsiglia dal 14 al 17 marzo scorso, che si battono da anni per il diritto universale dell’umanità al libero accesso all’acqua. Ma l’unione di tante esperienze e tanti battaglie locali ha portato risultanti sorprendenti secondo Elisabetta De Persio del Comitato umbro acqua pubblica, che al Forum ha riferito della vicenda di Rocchetta e Boschetto. Un risultato importante, tengono a sottolineare gli attivisti umbri, è che a Marsiglia, dove si è tenuto dal 12 al 17 marzo il sesto Forum mondiale dell’acqua, “sono stati investiti 6 milioni di euro per organizzare l’evento che è cominciato con un flop. Sarkosy ha disertato la cerimonia di apertura. Il pranzo ufficiale prevedeva 3000 invitati ( che avevano già pagato ) e se ne sono presentati 1500”.

Cosa è cambiato quest’anno al Forum?
De Persio: “Negli anni precedenti il portavoce di comitati a tutela dell’acqua provenienti da tutto il mondo si erano presentati al Forum mondiale per portare le loro campane nel tempio consacrato da governi e multinazionali. La modalità di quest’anno è cambiata. Abbiamo capito che la nostra presenza è importante dove si possa parlare con le persone realmente interessate all’informazione e al cambiamento. Per questo i temi affrontati nel nostro Forum sono stati l’utilizzo dell’acqua in agricoltura, la privatizzazione del servizio idrico, l’accaparramento delle risorse per scopi industriali, il problema delle miniere in America Latina che consumano e distruggono irreversibilmente interi bacini acquiferi, lo sfruttamento industriale delle acque minerali, che in Cina sostituiscono il servizio idrico mentre nei rubinetti arriva acqua sporca”.
Insomma, il diritto di accesso all’acqua, riferisce Michel Drouin insieme a De Persio nel Comitato umbro – “è violato di continuo da potenti multinazionali interessati ad emungimenti che fruttano super profitti a scapito del territorio e dei suoi abitanti”.

A Marsiglia si è parlato anche del referendum italiano?
De Persio: “Il referendum italiano che ha detto no alla privatizzazione dell’acqua ha destato molto interesse tra partecipanti ed è stato ricordato che la battaglia in Italia non si è conclusa, visto che il referendum non ha ancora trovato applicazione e che la mobilitazione continua con la campagna di obbedienza civile”.

Che si intende per campagna di obbedienza civile?
De Persio: “Il referendum costituzionale potrebbe essere subito recepito, non occorrono secondo noi altre norme che obblighino i gestori del servizio idrico a detrarre dalla bolletta la remunerazione del capitale investito che tra l’altro sulle bollette umbre pesa per circa un 14% secondo i nostri calcoli. Per questo noi abbiamo avviato in tutta Italia una campagna di autodecurtazione della bolletta in osservanza dell’esito referendario. Chi aderisce è pronto a restituire al gestore la somma decurtata dalla propria bolletta, sempre che si possa dimostrare che sia dovuta nonostante l’esito referendario”.
 

Condividi