PERUGIA – Il Teatro di Sacco presenta, nell’ambito della XXIII edizione della Stagione Indizi, “ANTIGONE la cosa giusta”, uno spettacolo di Sandro Mabellini, che sarà in scena in Sala Cutu  domani, sabato 17 marzo alle ore 21.00 e domenica 18 alle ore 17.30.

Sandro Mabellini, regista formatosi sotto l’egida di Luca Ronconi, che vive e lavora con successo tra l’Italia e Bruxelles, ha deciso di investigare il classico per eccellenza, il testo antico, e la sua scelta cade su Antigone. Inizialmente ha diretto la propria intenzione verso la versione del drammaturgo Anouilh, poi, si è letteralmente imbattuto nella lettura dell’articolo che una scrittrice coetanea, Deborah Gambetta, pubblicò dapprima in occasione del caso Welby, e poi, del caso Englaro. Questi due casi, che hanno scosso l’opinione pubblica come in un antico coro, hanno posto le ragioni della legge versus quelle della pietà umana.

L’articolo di Deborah Gambetta, infatti, invita il lettore a riprendere in mano l’Antigone perché nulla meglio della tragedia può aiutare per riflettere in certi delicati frangenti e fornisce, prepotentemente, l’aggancio della tragedia sofoclea ai nostri giorni.

E’ stato proprio “questo aggancio” che ha indotto il regista, Sandro Mabellini, ad affidare alla scrittrice la versione dell’Antigone che sarà allestita in Sala Cutu questo fine settimana. L'impianto resta quello della tragedia di Sofocle, con minime variazioni. L'intervento è stato fatto, invece, sulle figure di Antigone e Creonte, non presentando Antigone né come una mezza isterica come nel testo di Anouilh, né Creonte come un tiranno come nel testo di Sofocle. Secondo questa impostazione, infatti, le motivazioni di entrambi risulteranno essere paritarie. Creonte è una persona che ha agito solo per il bene della città; Antigone è, invece, portatrice di una visione pietosa ma non stucchevole.

Gli spettatori saranno guidati, attraverso la magia del teatro, ad assistere ad un’Antigone attuale in cui i protagonisti del cast, costituito dagli ottimi Stefano Baffetti (Creonte), Chiara Verzola (Antigone), Cecilia Elda Campani (Ismene-Messaggero), Alberto Baraghini (Emone-Guardia), si muoveranno sulle musiche originali eseguite dal vivo grazie al contrabbasso da Pietro Cavallucci e al bellissimo controcampo affidato al mezzosoprano Francesca Lisetto.

Il pubblico sarà condotto nelle pieghe più nascoste di una storia quanto mai ancora molto attuale. L’Antigone che sarà proposta al pubblico sostiene che esiste la legge degli uomini e una legge divina, superiore. Entrambe inviolabili. Esiste la Pietas, la carità religiosa da un lato e l’empietà disumana dall’altro. La tragedia greca, infatti, ha detto tutto, ma proprio tutto, sull’animo umano nelle sue infinite declinazioni. Quello che fa Antigone, nel momento in cui decide di andare contro la legge imposta dal re di Tebe, Creonte, e dare degna sepoltura al fratello Polinice, è ribellarsi alla legge degli uomini in nome di una legge superiore.

Antigone, per questo suo gesto dettato dalla Pietas, pagherà con la morte, perché non si possono trasgredire le leggi umane e rimanere impuniti, nemmeno se queste sono inique, nemmeno se queste sono arbitrarie. Il nucleo di questa tragedia greca sta proprio nell’impossibilità di conciliare leggi umane e divine (quella diurna e universale della Città — della Polis — e quella notturna e singolare del legame familiare): una verità incredibilmente reale anche ai giorni nostri tanto da far percepire Antigone quasi un’eroina moderna che si batte per i valori in cui crede facendo “la cosa giusta”.

 

 

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