Protagonista dell’evento culturale la figlia di Achille, celebre architetto e designer milanese - Nello showroom di Dea Illuminazione, a Bastia Umbria. Francesco Franchi: “La luce suscita emozione”

(AVInews) – Bastia Umbra, 25 gen. – “Se non siete curiosi, lasciate perdere. Se non vi interessano gli altri, ciò che fanno e come agiscono, allora quello del designer non è un mestiere per voi”, diceva spesso ai suoi studenti Achille Castiglioni, architetto e designer milanese che ha lasciato la sua impronta in tutto il mondo contribuendo ad affermare il ‘made in Italy’ nel campo dei prodotti per l’illuminazione e l’arredamento, oltre che negli allestimenti espositivi. Scomparso nel 2002, è ora la figlia Giovanna a divulgare il pensiero e il metodo Castiglioni e così ha fatto in occasione dell’evento culturale ‘A conversation with Giovanna Castiglioni’ organizzato nella sede di Dea Illuminazione, a Ospedalicchio di Bastia Umbra, al quale hanno partecipato numerose persone, non solo architetti, ingegneri e designer d’interni, ma soprattutto appassionati di cultura del design.

A fare gli onori di casa, la titolare di DEA Illuminazione Cristina Degli Esposti ed il suo team composto da Francesco Franchi e Fabio Balducci. Nello showroom disseminati tanti oggetti, disegni e foto del grande maestro, direttamente prelevati dal suo studio museo di piazza Castello, a Milano, dove ha sede la Fondazione che si occupa di catalogare, ordinare, archiviare, digitalizzare i progetti, i disegni, le foto, i modelli, i film, le conferenze, gli oggetti, i libri, le riviste, insomma tutto il mondo dentro il quale Achille ha lavorato negli oltre 60 anni di attività, prima con il fratello Pier Giacomo, poi dal 1968, da solo.

Dalle lampade Arco, Taccia, Parentesi e Snoopy, passando per il cucchiaio Sleek e l’interruttore Rompitratta che Giovanna, geologa ‘prestata’ al design, porta sempre appeso al collo come una collana, l’evento di Bastia Umbra è stato un viaggio pieno di ironia e gioco, due elementi che insieme alla curiosità sono stati i tratti distintivi di Castiglioni.

“Come in geologia – ha affermato Giovanna Castiglioni –, c’è tantissima stratificazione di archivio all’interno dello studio di papà, un luogo straordinario, pieno di risorse meravigliose anche per i progettisti di oggi. Il metodo Castiglioni consiste anche nell’essere curiosi delle piccole cose, andare a recuperare oggetti anonimi, trasformarli magari in un progetto di industrial design. In studio ci sono ancora un sacco di sorprese, quindi ancora oggi riusciamo a rieditare oggetti di Achille di cui siamo assolutamente fieri. Insieme con mio fratello Carlo, riusciamo a fare un bellissimo lavoro di squadra proprio con le aziende per rimettere in produzione gli oggetti e tener viva una memoria che fa bene un po’ a tutti. L’oggetto a cui sono particolarmente legata è un interruttore che io ho sempre al collo e che mi permette di accendere le idee e trasmettere le giuste energie alle persone. Di questo mi occupo oggi, mi piace ‘accendere’ le persone”.

“L’invito fatto a Giovanna è stato fatto con il cuore – ha spiegato Francesco Franchi – perché sappiamo che non parla di un professionista qualunque ma di suo padre. Tutto questo si lega perfettamente alla nostra realtà aziendale basata sull’idea che la luce suscita emozione. Il nostro intento era di avvicinare quante più persone possibili alla cultura del design e per questo lo showroom è diventato un luogo di incontro non più strettamente legato al commercio. Il design deve poter arrivare a tutti, così che tutti possono apprezzarne la bellezza”.

 

Rossana Furfaro

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