PERUGIA - "Il Collegio di Agraria è chiuso da anni: una vergogna". L'accorato ed indignato appello lo lanciano i laureati della Facoltà di Agraria, iscritti negli anni accademici 1969/70 e 1970/71 e laureati negli anni accademici 1973/74 e 1974/75, che si sono incontrati nell’Aula Magna della Facoltà per festeggiare la loro “Laurea d’Oro”.

Un’occasione non inedita per questi “giovani” che negli anni passati si erano ritrovati insieme già diverse volte ed anche per celebrare la “Laurea d’Argento”. Appuntamenti dedicati a consolidare il valore di comunità che si era creato tra gli studenti di allora durante la frequenza delle lezioni e la preparazione degli esami, ma che aveva individuato come fattore fortificante la vita passata insieme per centinaia e centinaia di giorni nel Collegio di Agraria.
L’incontro della “Laurea d’Oro” è stato un momento di confronto festoso. Sono emersi ricordi sui tanti scherzi tra amici; sono stati rammentati gli aspetti allegri delle numerose partite di calcio tra studenti matricole, fagioli, colonne e anziani; sono venute a galla le bellissime esperienze della frequenza a Casalina di Deruta dei corsi di formazione professionale; sono stati rivissuti i momenti allegri e formativi delle gite all’estero... E non sono mancate neanche le circostanze per celebrare il positivo lavoro che gli illustri docenti di allora ha avuto sulla formazione di questi “giovani” e, purtroppo, per commemorare i compagni di studi scomparsi in modo prematuro.
Ma l'incontro ha rappresentato pure la presa di coscienza di condizione di abbandono del Collegio di Agraria.
In una lettera aperta gli ex studenti, ora maturi professionisti, si domandano: "Come mai? E non è stato possibile arrivare a definire una risposta soddisfacente. Certo, di fronte alla questione del caro affitti sollevata negli ultimi giorni - ma tutt’altro che nuova - le condizioni del Collegio di Agraria sono difficilmente comprensibili e, soprattutto, giustificabili."
La domanda non vuole individuare eventuali responsabili della situazione rilevata; infatti, nel dibattito che è seguito all'incontro è stato messo in evidenza come, dalla loro epoca di studio, sia intervenuta una progressiva riduzione dell’interesse politico, di qualsiasi “colore”, verso la formazione dei giovani a qualsiasi livello. Un disinteresse che, oggi più che mai, è inammissibile. In un mondo in cui aumenta la complessità e il dinamismo degli eventi, la valorizzazione diffusa del capitale umano è un obiettivo sociale imprescindibile che deve essere prioritario per il soggetto pubblico. Solo così sarà possibile dare un senso concreto ai fiumi di parole enunciate per evidenziare la necessità di un rinnovamento dell’attuale modello di sviluppo; tutti gli uomini e tutte le donne, infatti, potranno ottenere le conoscenze necessarie per superare l’incivile condizione di lontananza-dipendenza ancora regnante rispetto ai pochi soggetti decisionali del sistema, ottenendo, per contro, la possibilità di promuovere un modello di sviluppo che permetta a tutti di non sentirsi esclusi.
I “giovani”, ben consapevoli che i problemi del mondo di oggi sono ben differenti da quelli di 50 anni fa, hanno voluto sottolineare l’esigenza di una rinnovata attenzione alla formazione in quanto condizione di base per permettere agli studenti di oggi e del futuro di avere opportunità di successo nella vita almeno pari a quelle da loro avute molti anni fa.
Le Matricole di Agraria del 1969 e 1970 auspicano che i lavori non si protraggano ancora per anni.

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