Dopo 32 mesi di attesa vogliono, anzi “pretendono” il loro contratto, perché “cucinare significa dare, non certo rinunciare”. Sono le lavoratrici della ristorazione collettiva, quelle che quotidianamente preparano da mangiare per bambine e bambini nei nostri asili, nelle nostre scuole, o per gli studenti fuori sede dell’università, o ancora per gli operai in fabbrica e i malati negli ospedali. Oggi (5 febbraio) sono in sciopero in tutta Italia insieme ai loro sindacati, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, per chiedere il rinnovo del Ccnl scaduto da quasi tre anni.

A Perugia, per dare visibilità alla protesta (buone adesioni allo sciopero nelle mense, dicono i sindacati, nonostante si tratti di un settore in cui “non è mai facile scioperare”), alcune lavoratrici si sono date appuntamento sotto la sede della Camera del Lavoro per dare vita ad un flash mob in maschera: “È carnevale e il carnevale ci piace, ma il nostro contratto non è uno scherzo – hanno spiegato – siamo donne, per lo più a part-time, con stipendi già molto bassi, che ci vorrebbero ridurre ancora di più. E poi, c’è il grande problema dei cambi di appalto, nei quali vengono tagliati posti di lavoro e diritti”.

La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale è andata avanti per mesi, fino al 2 dicembre scorso, quando il negoziato si è interrotto “per le proposte inaccettabili delle parti datoriali Angem e Alleanza delle cooperative”, spiegano i sindacati. Proposte quali: riduzione del costo del lavoro, revisione della clausola sociale nei cambi di appalto, abbassamento delle tutele collettive e individuali, aumenti retributivi irrisori, sono le proposte che condizionavano il rinnovo del contratto. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil le hanno rispedite al mittente, perché, spiegano, “avrebbero portato a un ingiustificato arretramento delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori”.

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