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Fabio Faina, capogruppo del Pdci al comune di Perugia, non sogna fughe in avanti o sinistre dai mille volti. Sente aria di riscatto - non a medio termine - e spera almeno in una delle aggregazioni minimali: l'unità dei comunisti, in attesa di una futura sinistra unità nella differenza. "In questa fase sono dentro ad un partito - spiega Faina - che ha svolto un congresso nel quale è passata la linea dell'unità dei comunisti. Io rispetto questo, ma spero che sia un primo passo importante per il presente e per piccola parte del futuro. Poi da questo embrione si dovrà cercare di riunire la sinistra. Ma se non si riesce neanche a forgiare questa prima cellula, allora in Umbria come altrove la sinistra rischia di scomparire sul serio". Per Faina, comunque, dopo la primavera e l'estate orribile per la sinistra qualche vento nuovo sta tornando a soffiare. "Sono certamente più ottimista di qualche settimana fa. La crisi internazionale determinata dal tonfo del capitalismo è la dimostrazione che avevamo ragione nel proporre da tempo un sistema di sviluppo diverso e più sociale. Quando parlavamo di più stato per tutelare aziende e cittadini ci ridevano, dietro a noi della Sinistra. Invece oggi persino Bush e Berlusconi si sono accorti che non c'è alternativa. Abbiamo fatto molti errori, ma stiamo ritornando credibili in una parte del popolo umbro e italiano". E l'11 ottobre, la manifestazione di Roma, anche per Faina potrebbe essere il punto di ripartenza della battaglia politica per la Sinistra. "La manifestazione di sabato è stato un primo momento per ricontarci e scoprire che ci siamo. C'è un popolo della sinistra e non quattro gatti come tutti ormai annunciavano". Ma per il capogruppo del Pdci a Perugia è difficile capire quale sarà il futuro della Sinistra in Umbria: "Ognuno sogna la propria linea, ognuno vuole qualcosa di diverso. Chi l'Idv, chi la sinistra unita e chi vuole starsene per conto suo. Parlare di alleanze oggi è veramente impossibile". Condividi