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Caro direttore, mi risulta francamente difficile capire il senso della sua polemica dopo la manifestazione dell’11 ottobre che per fortuna segna un punto importante nel rilancio del nostro partito e della sinistra nel nostro paese. Faticosamente, dopo la terribile batosta del 13 e 14 aprile, ritorniamo ad essere presenti nella battaglia politica nazionale – anche se l’oscuramento da parte dei media continua a farsi sentire e a produrre effetti negativi. Per questo mi risulta poco comprensibile il motivo per cui il nostro giornale – e dico nostro perché il partito ha deciso da poco di seguitare a sostenere il gravoso impegno finanziario per pubblicare Liberazione – persegua la strada della continua provocazione, in un clima che non vuole prendere atto che il congresso è finito una volta per tutte, e rinuncia a “fare quadrato”, rimboccarsi le maniche per rilanciare la proposta politica e la mobilitazione del Prc, tanto importante per la ripresa del conflitto sociale e la rinascita della sinistra nel nostro paese. Il direttore Sansonetti ci invita ad andare oltre – oltre la nicchia identitaria comunista (che rischia di essere di destra), oltre le battaglie per il lavoro (non più questione centrale), oltre il nostro partito verso una più ampia formazione della sinistra – e ci dice che i compagni che si stanno riattivando sui territori, anche grazie alla boccata di ossigeno che hanno respirato l’11 ottobre e all’entusiasmo che è tornato a suscitare passione in tanti militanti dopo la partecipazione al grande corteo, lo fanno sbagliando: perché stanno per raccogliere le firme del referendum sul nodo Alfano e partecipano agli scioperi e alle manifestazioni per la difesa dei posti di lavoro. In Umbria c’è una drammatica vertenza, che interessa anche le Marche, con la Merloni e sono a rischio più di 5 mila posti di lavoro. Altri comparti, la chimica e l’acciaio a Terni, il tessile, la ceramica, le industrie grafiche sono in difficoltà, si stanno aprendo altre vertenze con la concreta prospettiva di vedere cancellati migliaia di posti di lavoro. Rifondazione partecipa alle mobilitazioni dei lavoratori che difendono il loro lavoro e i compagni riacquistano fiducia perché vedono che, ancora una volta, la lotta paga, stare nelle vertenze fa crescere attenzione e consenso. Molto più di parlare di andare oltre o fare dibattiti su un processo di ricostruzione della sinistra. Per questo il direttore di Liberazione prima di chiederci di mettere un po’ da parte la questione del lavoro e andare oltre dovrebbe proporsi di far andare oltre il nostro giornale rispetto alla crisi di lettori che lo sta attanagliando da tempo, alla poca cifra degli abbonamenti, alla bassa quota che il tesseramento destina al giornale del partito. Forse la linea editoriale non suscita passione in un corpo militante del partito che per Sansonetti è “passatista” e identitario, ma certo non conquista consensi tra i lettori della sinistra diffusa. Probabilmente per rilanciare il giornale si dovrà “andare oltre” l’attuale direttore. Stefano Vinti Segretario regionale Prc-Umbria Condividi