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I Giovani Comunisti di Perugia si uniscono alla grande mobilitazione che in questi giorni ha animato tutti gli Atenei e le scuole d'Italia. Il duro attacco che la scuola pubblica sta subendo non ci può lasciare indifferenti per questo chiediamo a tutti/e di prendere parte alle assemblee, ai cortei spontanei di studenti, ai blocchi della didattica. Il diritto allo studio è sotto attacco è nostro dovere opporci allo smantellamento della scuola pubblica messo in atto dal Ministro Gelmini. I tagli ai finanziamenti sul fondo di finanziamento ordinario, la riduzione a un quinto del rapporto già basso tra pensionamenti e nuove assunzioni, l'abolizione del valore legale del titolo di studio, l'aumento dei corsi di laurea a numero chiuso, la costruzione di Università di elite, magari come quei centri di “eccellenza”, tanto cari al Ministro Tremonti, che di eccellente hanno solo il fiume di quattrini che rubano allo Stato, rischiano di mettere a dura prova le gia traballanti casse delle università pubbliche, con chiare ripercussioni sulla didattica e sui corsi di studio. All’Università di Perugia, come hanno sottolineato le forze sindacali, i tagli di finanziamento ordinario sono di 20 Milioni di euro. Sarebbe paradossale che la nostra Università proprio nel suo 7centesimo anniversario rischi la bancarotta. E poi l’obbrobrio che rischia di essere esteso al mondo della scuola della possibilità di trasformarsi in fondazioni private che rappresenterebbe l’ultima frontiera di un’autonomia finanziaria ridotta a privatizzazione delle prassi gestionali degli Atenei attraverso la totale alienazione di strutture e risorse pubbliche. In nome di una finta efficienza e di una ideologia meritocratica che si traduce in selezione di classe il Governo ci propone l’immagine di una società della conoscenza ridotta ad aggregato culturale di merce scadente. E lo fa nel modo peggiore, cioè affossando le prospettive di sviluppo di un paese atterrato dalle deficienze di un capitalismo in crisi che oggi chiede allo Stato di intervenire a risolvere le sue contraddizioni. Per questo rivendichiamo un'Università pubblica e un sistema della ricerca di massa e di qualità. Esigiamo la stabilizzazione immediata dei precari di lungo corso e un finanziamento straordinario per l’assunzione a breve di nuovi ricercatori. Chiediamo una riforma dello statuto giuridico dei docenti con separazione netta tra assunzione e avanzamento di carriera e un adeguamento stipendiale quanto meno per la terza fascia (gli attuali ricercatori). Chiediamo un innalzamento delle borse di dottorato. Vogliamo la completa abolizione delle selezioni in ingresso ai corsi di laurea e l’azzeramento delle tasse di iscrizione all’Università per studenti e studentesse provenienti da famiglie con basso reddito. Vogliamo una riforma del sistema di governo degli Atenei in senso democratico e partecipativo. Vogliamo che venga istituito il diritto di assemblea d’Ateneo e di Facoltà con conseguente sospensione della didattica. Vogliamo una Università che selezioni in base al merito e non alla classe sociale. Per far questo servono risorse. Chiediamo quindi un taglio radicale della spesa (sempre crescente) destinata ai nuovi armamenti e magari il recupero dei milioni di euro che ogni anno sono regalati alla chiesa cattolica attraverso il trucco dell’8 per mille destinando il ricavato alla ricerca pubblica. Chiediamo forse la luna? Bene. Se un sistema della ricerca e della formazione di massa e di qualità dentro una società compiutamente democratica si chiama luna, allora sì. Chiediamo la luna. GIOVANI COMUNISTI PERUGIA Condividi