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La notizia è passata un po' in trallallera come si suol dire. Sottotraccia, senza troppo clamore. Eppure è altamente significativa perché è un paradosso della storia. Il mondo che va alla rovescia o, se vogliamo, rappresenta soltanto l'altra faccia della medaglia. L'altra faccia dell'Italia sempre più spaventata dal diverso. In breve. Sabato a Varese una ragazza marocchina di 16 anni è stata picchiata da alcuni suoi coetanei, almeno sette, durante un raid punitivo. Il processo è sommario. Il reato è quello di aver occupato un posto non suo, in quanto non italiana. I carabinieri, per ora, hanno denunciato in stato di libertà, con accusa di lesioni, una delle presunte ragazze del gruppo. Ha 15 anni e vive nell'hinterland varesino. Il gruppo l'ha circondata per strada e pare che a picchiarla più pesantemente sia stata proprio una delle ragazze. Ora facciamo un salto indietro, fino al primo dicembre 1955. Rosa Louise MaCauly, sposata Parks, dopo una giornata di lavoro particolamente pesante (era sarta in un grande magazzino di Montgomery, la capitale dell'Alabama), e dopo una lunga attesa alla fermata dell'autobus e al freddo, salì sull'autobus, ed essendo esausta si mise a sedere in una delle file di mezzo (per i neri era riservata solamente la parte di dietro degli autobus). L'autobus continuò a caricare passeggeri finchè non fu pieno. Il conduttore del mezzo, vedendo un bianco in piedi, pretese che lei si alzasse e gli cedesse il posto. Rosa Parks si rifiutò e venne arrestata. Quel gesto fermo e testardo di nonviolenza fu una delle pagine più belle del Novecento americano. Era l'inizio della lotta contro la segregazione razziale. Se Rosa Parks diventò nota in tutto il mondo come la “madre dei diritti civili”, Martin Luther King è certamente suo figlio. Potenza di un gesto. Questo di Varese è solo l'ultimo episodio di razzismo avvenuto di recente in Italia. E se pure il presidente della Camera Fini si alza per dire che “bisogna impedire il prodursi di fenomeni di razzismo e xenofobia che nel nostro paese tendono purtroppo ad aumentare”, significa proprio che c'è qualcosa che non va. Da Varese non giungono notizie di proteste, sit in, non c'è un Martin Luther King, neanche in salsa padana. Manco un boicottaggio dei mezzi pubblici. Niente, nada, rien. Tutto passa in cavalleria. Va bene che c'è la crisi, che il latte e la pasta costano sempre di più, che non si arriva alla quarta settimana o neppure alla terza, che non ci sono più le mezze stagioni e che “signora mia, che tempi”. La sensazione, orribile, è quella di un paese che sta perdendo la propria coscienza civile, che non reagisce. Encefalogramma piatto. E' avere la sensazione che se Rosa Parks avesse fatto quel suo gesto così indifeso e grandioso oggi, nell'Italia del 2008 (non c'entrano i colori dei governi, o c'entrano poco), a questo eroe del Novecento avrebbero dato un calcio in culo e buonanotte. Che so, manco una comparsata a Porta a Porta. Condividi