affittasi.jpg
di Daniele Bovi Casa dolce casa. O meglio, cara casa quanto mi costi. Ancora di più del normale se sei studente e in più straniero. Tra 160 e 250 euro per un posto letto in doppia o tripla. Tra 250 e 320 per un posto singolo e un po' di privacy in più. Naturalmente sono prezzi medi e, senza scomodare Trilussa, si sa come funzionano le medie. Tra le realtà universitarie di media grandezza, tutto sommato una delle più economiche. I dati sono stati resi noti dal Sunia (Sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari) nel suo ultimo report pubblicato in questi giorni. Se confrontati con i dati delle grandi città come Milano ad esempio, dove bisogna sborsare in media 900 euro per un posto letto in singola fino ad arrivare a cifre iperboliche come i 4000 (quattromila) euro al mese per un appartamento in zona Bocconi, Perugia sembra un'oasi felice. Le noti dolenti arrivano se sei straniero. Dolenti il 25-30 per cento in più. Se si considera che Perugia può vantare la più importante università per stranieri d'Italia, che richiama ogni anno migliaia di studenti in una realtà sempre più sovraffollata con la conseguente scarsità d'offerta che ne deriva, non è difficile immaginare come questo mercato sia sempre di più una giungla. Perché questi rincari rispetto agli studenti italiani? Quel 25-30 per cento in più che significa? Una tassa sullo straniero? Un'aliquota aggiuntiva sul fattore di rischio? Questi studenti sembrano tanto quei turisti giapponesi salassati dai tassisti romani fuori dall'aeroporto di Fiumicino. La giungla però si trasforma in un vero e proprio Vietnam se si passa alla questione della regolarità dei contratti. Prendendo in esame medie città universitarie (oltre Perugia nell'indagine ci sono Urbino, Ancona, Modena, Parma e Padova) il Sunia scrive: “Nella maggior parte dei casi, non viene redatto un contratto oppure viene sottoscritto ma con durata minima (6/12 mesi) con la prospettiva di un rinnovo a canone rivedibile e possibilità di aumenti”. Dopo aver sottolineato come questa grande richiesta deformi il mercato locale economicamente e socialmente, “fenomeno che innesca un processo di aumento generalizzato anche per i residenti i quali sono espulsi da intere zone urbane”, il report del Sunia dice: “Se questi sono i dati cosa emerge da un’analisi più approfondita delle varie situazioni esaminate? Nella maggioranza dei casi le offerte più ricorrenti di affitto, ai canoni illustrati, contengono tutta una serie di violazioni, clausole capestro e vessatorie”. Un Vietnam normativo insomma, dove il povero studente straniero deve muoversi con grande cautela. Come un vietcong tra la boscaglia. A elencare violazioni e opportunità negate faremmo notte. Le più frequenti raccontano di contratti in nero totale non scritti né registrati, alloggi precari e privi di dotazioni minime sia impiantistiche che di qualità, spazio utilizzabile spesso inferiore ai 14 mq previsti, proprietari che entrano ed escono dalle case quando vogliono, prestazioni esorbitanti di agenzie immobiliari e via dicendo. Fino alle numerose opportunità economiche negate, anch'esse non trascurabili . La più importante ad esempio, è la possibilità che la legge offre al proprietario di detrarre il 30 per cento dall'Irpef . Sempre, ovviamente, che il contratto sia registrato. Il consiglio del Sunia, se venite catapultati in Vietnam, è semplice. Cercate la prima cabina del telefono e chiamate il 117. Condividi