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ROMA- Raffaele Sollecito, il giovane barese in galera da 11 mesi perche' accusato dell'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, ''ora sta molto peggio di prima. Piu' passa il tempo piu' non si capacita di perche' lo tengano in carcere''. Lo afferma - in un intervista su City di domani - Francesco Sollecito, il papa' di Raffaele, secondo cui il figlio resta tuttavia ''fiducioso che la sua situazione possa cambiare e molto rapidamente. Crede di poter riacquistare la liberta'. E la sua vita''. Francesco Sollecito spiega di andare a trovare Raffaele nel carcere di Terni ''tutte le volte che me lo concedono, sei ore al mese. Ogni tanto - aggiunge - mi permetto di chiedere al giudice delle ore straordinarie''. I due si sentono anche per telefono, ogni mercoledi', per dieci minuti: ''cerchiamo di fargli trovare sempre qualche amico o i cugini. E spesso gli strappano una risata''. In carcere collabora ''con una professoressa che tiene lezioni di informatica ai detenuti'', sta creando un database per gestire i dati della biblioteca, studia le carte del processo e fa sport: ''gioca a calcetto due volte alla settimana, fa esercizi e corre per mantenere il tono muscolare''. Non ha perso la suafede in Dio (''va a messa ogni volta che puo' e ha letto la Bibbia'') e ora ''ha ripreso a studiare: si e' iscritto alla laurea specialistica''. In cella Sollecito ora e' di nuovo da solo: il suo compagno ''aveva problemi di tipo psicologico in cui lo coinvolgeva. Voleva sfogarsi ma mio figlio - afferma Francesco Sollecito - non ha piu' la serenita' d'animo per potersi fare carico anche di problemi che non sono i suoi''. Condividi