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ROMA - L'opposizione di sinistra al governo Berlusconi e alla Confindustria c'è e cresce vigorosa: la riprova sta nel successo della manifestazione romana in corso in queste ore a Roma alla quale partecipa una folla davvero immensa. Gli organizzatori parlano di 250 mila persone in corteo: un numero davvero impensabile e migliaia di bandiere rosse al vento. Hanno cercato di fare il deserto a sinistra, ma dai germogli che sono sopravvissuti alla tempesta sta rifiorendo vigoroso un forte movimento di popolo. Come ha sottolineato Oliviero Diliberto, leader del Pdci, "La manifestazione di oggi segna la fine della ritirata dopo mesi di conflitti e congressi" La Caporetto che abbiamo vissuto è ormai alle nostre spalle e, come ha sostenuto a sua volta il Segretario di Rifondazione Paolo Ferrero, «La manifestazione di oggi segna la fine della ritirata dopo mesi di conflitti e congressi. Qui c'è l'opposizione di sinistra al governo Berlusconi». Va dunque prendendo corpo un movimento di popolo intenzionato a rilanciare la lotta contro le misure liberticide che Berlusconi ed il berlusconismo hanno imposto al Paese, a sconfiggere un razzismo strisciante e violento che si nutre di intolleranza, a riconquistare una scuola pubblica ed efficiente, a rivendicare un sistema giudiziario uguale per tutti, una sicurezza basata sulla democrazia e sul rispetto dei diritti, anche quello dei lavoratori e dei pensionati a redditi protetti da meccanismi automatici di adeguamento al caro vita e che consentano loro di arrivare alla fine del mese, a sconfiggere precarietà e disoccupazione, a costruire un Paese moderno nel quale l'istruzione garantita a tutti e la ricerca scientifica ci aiutino nella ricerca e sviluppo di fonti energetiche pulite e sicure (no, dunque, al nucleare) tali da preservare l'integrità della natura, oltre che nella difesa strenua del beni comuni che non possono essere in alcun modo privatizzati. Questa «manifestazione è importante perché ridà voce alla sinistra, dimostra che ci siamo in questo deserto dei tempi», come ha detto l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti. «Siamo qui anche per difendere le basi della democrazia, che oggi sono in pericolo e per scuotere un po' la coscienza di un Paese che appare "rimberlusconito"», ha a sua volta efficacemente riassunto la coordinatrice dei Verdi, Grazia Francescato. Da oggi, dunque, niente è più come prima, le basi per riprendere velocemente il cammino sono state ormai gettate e spetta a noi il compito di spazzare via definitivamente gli ultimi equivoci che ancora lo frenano. Condividi