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PERUGIA - Dopo dieci anni di denunce per l’indecente situazione in cui gli operatori erano costretti a lavorare, il Sert di Perugia dalla metà di settembre, ha una nuova collocazione presso il Polo Ospedaliero Silvestrini. Una soluzione che non piace però alla Cgil che ha a lungo criticato questa scelta per l'inadeguatezza dei locali e per l’ubicazione troppo “separata” rispetto alla città. “Non siamo stati ascoltati – sta scritto in una nota diramata dal Coordinatore provinciale Dipendenze FP CGIL, Stefano Goretti - perché a far decidere non è stata la preoccupazione di garantire una reale funzionalità al Servizio, ma semplicemente la fretta di risolvere il problema del trasferimento del Sert, perché da Monteluce doveva andarsene e nemmeno un abitante di Perugia lo avrebbe voluto accanto alla propria abitazione”. “Ma il Sert – si nota ancora - è un servizio territoriale e nel territorio dovrebbe stare, dove i problemi sono presenti anche in considerazione del fatto che la scena del consumo di droghe si è di molto trasformata in questi ultimi anni e sempre più coinvolge persone cosiddette “normali”, che tossicodipendenti non sono. Le istituzioni locali devono garantire azioni significative per aggredire tale problema che ovviamente non può essere risolto con la nuova ubicazione del Sert. Vi è la necessità di un impegno forte, per far uscire Perugia dall’emergenza “droga” vanno garantite risorse ed atti in grado di contrastare un fenomeno che assume valenze sempre più complesse quali: la "normalizzazione" del consumo di eroina, l’utilizzo ricreazionale della cocaina, una forte presenza di immigrati che vivono in condizioni di clandestinità, il coesistere di patologie psichiatriche e tossicodipendenza, il poliabuso di sostanze da parte di un sempre maggior numero di persone, l’abuso di psicofarmaci, le violazioni riguardanti l'art. 75 della legge sulle tossicodipendenze, l'epidemia di epatite C tra gli utilizzatori di droghe, la drammatica emergenza delle morti per overdose”. In conclusione, per il sindacato è vitale ripensare tanto le strategie operative e rivedere gli strumenti che si utilizzano che le politiche di contrasto allo spaccio. Per quanto riguarda l’attività del Sert, in estrema sintesi cio significa procedere a: • adeguamento significativo dell'organico e del budget; • duplicazione dell'attuale servizio, stante il numero di utenti attualmente in carico, prevedendo una sede nel territorio di Perugia sud; • potenziamento dell’organico e delle attività dell’Unità di Strada e del Centro a Bassa Soglia; • coinvolgimento dei medici di medicina generale nella cura delle persone tossicodipendenti; • realizzazione di spazi di ascolto (presso i centri di salute e uffici di cittadinanza o in contesti non connotati) per accogliere le famiglie, le persone segnalate dalla Prefettura e i consumatori non problematici di sostanze psicotrope, in particolare di cocaina; • attivazione di politiche di prevenzione e promozione della salute, che possano contare su risorse economiche e di personale in grado di corrispondere alle esigenze di informazione e di formazione, riguardanti le dipendenze patologiche nel nostro territorio; • incremento dei momenti di aggiornamento e formazione permanente rivolti agli operatori presenti all'interno della rete dei Servizi per le dipendenze, indirizzati sia agli operatori dei servizi pubblici che del privato sociale. Su questi aspetti la CGIL continuerà a richiedere un confronto con la Direzione Generale dell’USL n. 2 e con l’Assessorato alla Sanità della Regione Umbria e questo per tutelare le 850 persone che nel 2007 si sono rivolte al Sert, gli operatori che con grande professionalità agiscono all’interno del Servizio e la collettività tutta. Condividi