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L'attacco alla Cgil è forte, seppur velato. Ed arriva proprio nella regione d'origine del leader Guglielmo Epifani: l'Umbria, sponda assisana dove si sta celebrando la giornata mondiale per il lavoro dignitoso. Epifani arriverà soltanto alle 17. Mentre di buona mattina Bonanni (Cils) e Angeletti (Uil) parlano con i giornalisti e preparano così le mosse di una pressione a danno dell'ex alleato della triplice. La battaglia è tutta sulla riforma del contratto di lavoro fortemente voluta da Confindustria e dal Governo Berlusconi. Stipendi legati alla produzione e non all'inflazione come vorrebbe la Cgil e la Sinistra. Legare alla produzione nel peggior momento dell'economia mondiale, è l'ennesimo regalo agli imprenditori che mantengono i guadagni a discapito del potere di acquisto dei lavoratori che non arrivano a fine mese. Per risalire la china gli operai dovranno aspettare momenti migliori dell'economia, senza mettere bocca alle scelte strategiche, ai mercati e nè tantomeno alla qualità del prodotto forgiato. Tornando alla lotta sindacale: se Bonanni e Angeletti sono convinti che l'articolo 18 non deve essere toccato, poi sono disposti alla modifica del contratto. Ed è proprio Bonanni che ad Assisi afferma: serve un patto con le aziende. I passi vanti sull'accordo delle trattative si faranno ancora, ma il più è fatto. Ora è importante capire se la Cgil vuole fare la svolta oppure no". Se la Cgil non sarà daccordo scatterà il solito ritornello: Epifani vuole il male dei lavoratori, Epifani è contro lo sviluppo e non tiene conto della crisi. La patata bollente è servita. E il cetriolo finisce ancora in mano ai lavoratori. Condividi