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Si è appreso oggi da fonti investigative autorevoli che la ThyssenKrupp, proprietaria dell’acciaieria torinese dove hanno perso la vita i sette operai della Linea 5 rimasti coinvolti nel rogo che has distrutto il loro reparto, non era in possesso del certificato di prevenzione antincendi che i vigili del fuoco avrebbero dovuto rilasciare per quello stabilimento per il semplice fatto che non lo aveva mai richiesto. Al riguardo va segnalata un'altra tragica circostanza che, se possibile, rende ancora più grave il bilancio di questa tragedia. Il comandante generale dei vigili del fuoco di Torino è stato stroncato da un attacco di cuore oggi, poco dopo mezzogiorno, proprio mentre testimoniava, in procura, nell'inchiesta sul rogo della Thyssenkrupp. L'ingegner Giorgio Mazzini, 67 anni, capo del corpo dei pompieri e vice capo del dipartimento del soccorso pubblico e della difesa civile, stava rispondendo alle domande di due ispettori della polizia giudiziaria, quando all'improvviso si è accasciato sulla sedia, lasciando una frase a metà. Tuttavia, se questa voce trovasse conferma getterebbe una luce ancore più sinistra sulle cause che hanno determinato quel disastro, anche perché, come si e ugualmente appreso nei giorni passati, fra le carte che gli inquirenti avrebbero acquisito nella sede ternana del gruppo tedesco, sono spuntate alcune annotazioni compromettenti fra le quali anche delle dichiarazioni rilasciate dalla compagnia assicuratrice che aveva in carico lo stabilimento torinese che faceva presenti numerose manchevolezze proprio in tema di prevenzione antincendi che non sarebbero state però prese in considerazione. Oltre tutto va tenuto anche conto che allo stabilimento di Terni della ThyssenKrupp i vigili del fuoco avevano stabilito che una linea di produzione, analoga a quella che a Torino ha preso fuoco il 6 dicembre scorso, non poteva essere tenuta in esercizio perché nella sede umbra mancava proprio il certificato di prevenzione incendi. Anche questa circostanza, secondo quanto si apprende, è al vaglio della Procura di Torino dove oggi, come abbiamo già detto, doveva essere discussa dagli inquirenti con Giorgio Mazzini, il comandante generale del corpo dei Vigili del Fuoco deceduto per un aneurisma durante l'audizione. Sul grave incidente torinese è comunque aperto un procedimento per disastro e omicidio colposo volto ad accertar le responsabilità per quanto è successo ed a quanto si sa per ora gli indagati sarebbero tre e si tratterebbe di tre alti dirigenti della multinazionale tedesca. Infine è circolata anche la voce che lo stabilimento torinese non era nemmeno del tutto in regola con la cosiddetta ''legge Seveso'' in materia di prevenzione dei rischi per l'ambiente, sotto la cui disciplina rientrava per la quantità di acido fluoridrico usato per la lavorazione. L'apposito organismo di controllo aveva anche ordinato all'azienda di prendere alcuni provvedimenti al riguardo. Condividi