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Con la richiesta di patteggiamento avanzata oggi da Alessandro Gaucci, che si unisce a quella già formalizzata dal fratello Riccardo e dal padre Luciano, la vicenda giudiziaria legata al crack dell'Ac Perugia sembra avviarsi alle battute finali. Già il 28 ottobre prossimo, infatti, data per la quale è stata fissata l'udienza davanti al gup, Paolo Micheli, ed entro la quale il pm, Antonella Duchini, si è riservata di esprimere o meno il proprio consenso sul patteggiamento, l'ex patron del Perugia, che da circa tre anni si è stabilito a Santo Domingo, potrà sapere se potrà tornare in Italia senza rischiare di finire in carcere. Luciano Gaucci, infatti, tramite i suoi legali, gli avvocati Tatiana Minciarelli e Angelo Sammarco, ha chiesto di patteggiare la condanna a tre anni di reclusione, che sarebbero, quindi, completamente coperti dall'indulto. Hanno chiesto, invece, di patteggiare ad un anno e otto mesi di reclusione i due figli, Riccardo (difeso dagli avvocati Carlo Bizzarri e Maria Mezzasoma) e Alessandro (difeso dall'avvocato Franco Libori), arrestati nelle prime fasi delle indagini e poi tornati in libertà. Entrambi stamani erano presenti in aula. Sempre oggi sono state avanzaterichieste di sequestro conservativo sui beni di Luciano Gaucci da parte del pubblico ministero e su tutti i beni di tutti gli imputati da parte del curatore fallimentare, rappresentato dall'avvocato Giancarlo Viti. Anche su questo il gup si e' riservato di decidere. Il Perugia calcio venne dichiarato fallito nel novembre del 2005. Al termine della stagione precedente la squadra aveva sfiorato la promozione in serie A, perdendo lo spareggio con il Torino. La famiglia Gaucci era finita sotto accusa in relazione alla gestione degli ultimi anni della società sportiva umbra per bancarotta fraudolenta, evasione fiscale per 35 milioni di euro e diffamazione a mezzo stampa. Condividi