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di Nicola Bossi Per la crisi dell'Antonio Merloni - 4mila dipendenti sparsi in tre regioni: Umbria, Marche ed Emilia Romagna - è stata quella di oggi un'altra giornata in bilico tra speranza e tensione. Fermo lo stabilimento di Gaifana (in Umbria, 2mila dipendenti) per mancanza di materie prime, si continua a lavorare in azienda per trovare una soluzione in grado di portare nuova liquidità attraverso nuovo soci. L'incontro di oggi tra azienda, regioni e il Ministro Scaiola è stato rinviato proprio perchè a Fabriano (An), sede dell'Antonio Merloni, si stanno valutando le offerte di alcuni investitori (tra cui partner potenziali giapponesi). Ma il mancato incontro ha fatto scrivere, con molto allarmismo, i presidenti delle Giunte regionali di Umbria, Maria Rita Lorenzetti e Marche, Gianmario Spacca. "Esprimiamo - scrivono i due Governatori - fortissima preoccupazione per le crescenti difficolta' della situazione sociale ed economica, che deve essere affrontata con scelte chiare e immediate" e inoltre aggiungono che "non si comprendono le ragioni del rinvio, anche perchè, da approfondimenti intercorsi nella mattinata, risulta che la stessa proprietà aziendale ritiene indispensabile realizzare quanto prima tale incontro". La lettera dei Governatori è stata vista come provocatoria ed esclusivamente politica da parte del vice-presidente della Pdl al Senato Francesco Casoli, marchigiano doc: "Io a questa falsità non ci sto. La verità è una sola: la crisi della A. Merloni è un fatto serio, il Governo concretamente ne ha preso atto e ha convocato un tavolo il primo ottobre. Purtroppo il 29 settembre, con un fax inviato direttamente al ministro Scajola, il Cda della A. Merloni ha chiesto il rinvio per poter valutare le manifestazioni di interesse pervenute all'azienda da parte di investitori finanziari". Ma un aiuto importante per i lavoratori dell'Antonio Merloni che rischiano di perdere il posto di lavoro o di finire in mobilità, potrebbe arrivare direttamente dall'Unione Europea. Dal 2007 è stato istituito un fondo denominato FEG per le politiche attive del mercato del lavoro, che può erogare complessivamente fino a 500 milioni di euro all’anno. "E' un Fondo nuovo - ha spiegato l'assessore marchigiano Ugo Ascoli - e come tale ancora poco utilizzato, quindi possiamo sperare in un buon stanziamento. Contiamo di attivarci da subito presso il Ministero del Lavoro che deve presentare formale richiesta come Stato membro, ma abbiamo bisogno di una fotografia della situazione attuale che interessa anche l’indotto". Condividi