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di Luca Spaccini Alberto Stramaccioni è un politico di lungo corso. Militante Pci, già segretario regionale nel periodo di trasformazione da Pds a Ds, ex deputato, attualmente nell’ufficio politico umbro del Pd ha e ha avuto sotto gli occhi la storia della politica a Perugia e in Umbria. Con l’esperienza che vanta, le sue valutazioni rilasciate alla stampa sull’attuale stato del Pd locale e dei suoi vertici sono da prendere in seria considerazione. Stramaccioni si lancia in una critica spietata, arrivando a definire i vertici locali del suo partito “deligittimati” dalla incompatibilità di ruoli e funzioni, dalla caccia alla candidatura per le prossime elezioni. Il richiamo a valutare bene la situazione è forte, la denuncia delle logiche autoreferenziali “che restringono e non allargano l’area della partecipazione”, che connotano sia le candidature che le decisioni politico-amministrative pure. Stramaccioni raccomanda di non sottovalutare i risultati elettorali negativi che hanno interessato realtà come Deruta o Todi, dove “...in molti casi non è stato il Centrodestra a vincere, ma il Centrosinistra diviso e conflittuale, a perdere”. E’ reale il pericolo che, in caso di sconfitta in ambito comunale, ci potrebbero essere serie ripercussioni anche in altri appuntamenti elettorali. Le candidature per le prossime amministrative, secondo Stramaccioni, non possono dare sponda alle logiche di autoproposizione di tanti ‘pezzi da novanta’ in cerca di collocazione, bensì rispondere ad una paziente costruzione di nuovi equilibri politici, a coalizioni che si presentino con un programma credibile. E’ decisa anche l’indicazione di rinnovare i vertici umbri del Pd, così come quella di chiedere ai molti esponenti di quell’area che ormai da decenni amministrano esclusivamente le istituzioni un atto di responsabilità, di cedere il passo alle nuove generazioni, che dovrebbero svincolarsi da “tutele e padrinaggi politici” per infondere linfa nuova ai programmi politici del Pd in autonomia. Condividi