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L’inchiesta di ieri apparsa sul “Corriere dell’Umbria” sulla baraccopoli ancora esistente a Norcia ha puntato nuovamente, e finalmente, l’attenzione su di un problema che, in tutti questi anni, si è finto di ignorare. L’articolo e le fotografie che lo hanno corredato ci hanno “sbattuto” in faccia le condizioni drammatiche in cui versano le quindici famiglie di Norcia che vivono ancora nei container, risalenti addirittura al terremoto del 1979. Prefabbricati pieni di amianto che queste famiglie hanno occupato nella speranza che si trattasse di un alloggio temporaneo in attesa di una casa popolare. Una casa che non è mai arrivata. Sembrava di vedere le favelas del Brasile. Invece è l’Umbria. Il Partito dei Comunisti Italiani ha sempre cercato di porre nell’agenda politica la questione di Norcia. E’dal 2003, da quando ci sedemmo con le altre forze del centro sinistra al tavolo preparativo per le amministrative che ribadiamo con forza che quello degli alloggi popolari deve essere il primo problema che l’amministrazione locale ha il dovere di risolvere. In quell’anno non trovammo sponde da nessun’altra forza del centro sinistra, tanto che il PdCI prese una coraggiosa decisione, quella di presentarsi solo alle elezioni amministrative del 2004. Tutti sappiamo come è andata. Noi non eleggemmo, ma, in quattro anni, né il centrodestra né il centrosinistra sono riusciti a far uscire quelle quindici famiglie dalla disperata situazione in cui vivono. Anzi, si sono dimenticati di loro. E’ per queste ragioni, per la battaglia che noi conduciamo dal 2003, che siamo amareggiati nel vedere i cittadini di Norcia non avere appoggiato la sinistra nella passata tornata elettorale. Forse è il caso di cambiare rotta. Noi, dal canto nostro, non smetteremo di denunciare la situazione. ROBERTO CARPINELLI Presidente Gruppo Regionale Comunisti Italiani Condividi