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I primi echi del definitivo de profundis per l'Antonio Merloni - azienda che occupa 1200 persone nella sola Umbria e altri 3mila tra le Marche e l'Emilia Romagna - sono giunti in queste ore da Fabriano (Ancona). Lo stabilimento è fermo per la mancanza di materie prime e di semilavorati da mettere in catena. La situazione resterà così fino a venerdì. Poi il Cda aziendale del 29 settembre potrebbe scrivere la parola fine sull'azienda - gestita da una parte della famiglia Merloni - che nei primi mesi del 2008 ha raccolto 18milioni di euro di debiti. Ed ha forte esposizione debitoria con diversi istituti di credito. Si esclude, proprio per la situazione di cassa, l'arrivo di una cordata di imprenditori in grado di strutturare un nuovo piano industriale di rilancio. Sono soltanto due le ipotesi in campo: o il definitivo fallimento oppure un commissariamento attraverso la legge Marzano bis che consentirebbe di continuare la produzione, anche se in ristrettezze per ridare i denari alle banche e ai creditori. Condividi