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Facendo seguito all’articolo apparso giovedì 11 sul Corriere dell’Umbria a titolo: “I Vendoliani non entrano...” intervista di Lucia Baroncini a Mauro Tippolotti, invio la mia opinione: Visto che nel “dibattito frastagliato” in Rifondazione Comunista, una voce vale l’altra, anch’io voglio far sentire la mia, per alcune utili ragioni. Prima. Non può essere vero che i “Vendoliani” si siano visti, nè può essere vero che in Umbria hanno già deciso; infatti non mi risulta alcuna convocazione richiesta da nessuno, né alcun proclama deciso da nessuno. Faccio parte del Comitato Federale eletto dal Congresso per la mozione 2, e non ho ancora ricevuto invito o ordini del giorno in oggetto. Allora chi può aver deciso o riunito? Se qualche iniziativa fosse stata presa, in privato o per gruppo, essa risulta del tutto illecita, arbitraria; non è stata partecipata e perciò non risponde allo stesso spirito democratico di gestione politica proprio della mozione che ho votato. Non vorrei si tratti delle solite “iniziative di cricca”, tanto diffuse nella scena politica perugina, che tanto male hanno fatto alla politica fin dal lontano vecchio Pci. Seconda. Non tutti i “Vendoliani” (Io sono uno tra questi) se la sentono di stare a guardare, di aspettare sull’Aventino; questa situazione di limbo non si confà al carattere comunista, nè sono comunisti atteggiamenti di rancore, risentimento e rivalse; la Rifondazione ha inteso sradicare tutto ciò; se non l’ha fatto bene , allora è tempo che lo faccia proprio ora; dai miei dirigenti mi aspetto esattamente questo, e non certo sensibili preoccupazioni per le prossime elezioni amministrative. Quindi io non sto a guardare, io voglio agire, nel Partito e col Partito, per qualsivoglia parte Esso mi rappresenti. Terza. Prospettiva di uscire dal Partito? In tal caso che tipo di sinistra fare ! Uscendo da un partito comunista, per rientrare in un’area di sinistra senza essere più comunisti? Ma in questa situazione c’è, e basta, Mussi. Io, una sinistra che desidero si faccia, vorrò starci sentendomi pienamente comunista, in comunione anche con chi comunista non è, ma stima, apprezza e rispetta il mio esserlo. Per questo ho esultato leggendo su “Liberazione” la notizia della manifestazione unitaria promossa per l’undici ottobre, in cui si afferma letteralmente che “è riuscita a compiere il miracolo di portare in piazza tutte e due le anime del Prc: la maggioranza del Segretari Ferrero e la minoranza di Vendola”. Quarta. Non si tratta proprio del “volemose bene”, quanto invece dell’impegno serio nel portare contributi di collaborazione e non atti o parole che erodono continuando a tenere in vita dissapori, acidità, contrapposizioni. Caro compagno Mauro, la nostra base non vuole appicicaticci, ma vuole coesione pur nel dissenso, cooperazione critica; vuole che il patrimonio del nostro Partito non venga disperso, ma ricompattato “col pessimismo dell’intelligenza e l’ottimismo della volontà”; solo così la nostra azione potrà essere significativa insieme a tutte le altre componenti della sinistra da costruire, senza cartelli, senza alleanze sotterranee, senza preambiti elettoralistici. So che queste cose tu le condividi con me: allora bisogna fare attenzione a non generare equivoci nel delicato ma imprenscindibile aspetto della partecipazione democratica e popolare delle nostre passioni politiche. Quinta. La giornalista ci mette qualcosa di suo: Parla di “Vendoliani”, “Ferreriani”, “la linea che verrà applicata in Umbria”, “quel che deciderà il Presidente della Regione Puglia”, dando per scontata una modalità politica verticistica e dirigistica, molto bipartisan; forse ignora che uno dei nodi fondamentali è anche questo, nel nostro dibattere interno. Forse dando per scontato che poi alla fine ogni gioco si risolve fra “figure di spicco” e decisioni di palazzo. No, proprio NO. E’ questo quello che più conta: o si riescono a chiarire queste cose con la vittoria del principio della massima democrazia, oppure sarà la disfatta, non solo di Rifondazione Comunista, ma di ogni prospettiva di sinistra. Questa è la nostra idea, e certo non è proprio quella di tanta stampa nazionale o regionale; per quanto mi concerne, se fossi papa, non certo denuncerei la Guzzanti, ma anzi griderei: “Una, cento, mille Sabine”. Angelo Mazzoli Circolo Prc di Spello Condividi