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di Giacomo Antonelli Che cosa sta succedendo all’Italia, una nazione che fatica ad acquisire punti di riferimento, con un popolo che risulta smarrito, travolto dall’impeto razzista tornato a suonare la carica. Questo è il paese in cui frammenti della classe politica rivendicano ideali antifascisti ed allo stesso tempo discutono ed approvano disegni di legge poco lontani dalle dottrine diffuse durante il Ventennio. Un’Italia confusa, distratta, superficiale, nella quale si accentua il distinguo fra bianchi e neri, condizione che porta ad uccidere un ragazzo di colore a sprangate per aver rubato una confezione di biscotti, insultato e bastonato fino alla morte, era dai tempi dello squadrismo fascista che una realtà di questo tipo non occupava pagine di cronaca. Per non parlare poi di temi scottanti inerenti al mondo del lavoro con la notizia di qualche giorno fa, a farne le spese è stato ancora una volta un immigrato dalla pelle scura, insultato per mesi dai propri colleghi non ha più retto dopo aver subito un atto vandalico che ha portato alla distruzione della cabina degli spogliatoi nella quale collocava i propri oggetti prima di indossare i panni da lavoro. L’autocontrollo non ha più funzionato, stanco delle continue angherie costretto a digerire, ha trovato il coraggio di esporre il problema al proprio datore di lavoro, che invece di difenderlo ha pensato bene di cacciarlo. Il Bel Paese sta navigando in acque remote, attraversando una situazione pericolosa già vista in passato, si stanno rivalutando antiche forme lavorative che pregiudicano i diritti dei lavoratori, in favore di formazioni imprenditoriali spietate che non hanno la minima intenzione di rispettare gli interessi di chi si pone alle proprie dipendenze. Il razzismo si espande a macchia d’olio, forte della riscoperta e divulgazione di credenziali fasciste, con esponenti di destra che rigettano i meccanismi delle leggi razziali ma non trovano giusto condannare il Ventennio. Idiozia o ipocrisia, scegliete voi. Ci troviamo in un’epoca in cui chi in passato era stato cresciuto con dottrine fasciste e si vergognava di dimostrarlo, ora ne risulta orgoglioso, critica chi si riconosce negli ideali antifascisti, commemora la liberazione di Mussolini ed esalta l’opera offerta dalla Repubblica di Salò. Sembra davvero di vivere in un sogno. Tutta la sinistra dovrà rimanere attenta all’evolversi di queste prospettive, evitare di rimanerne estranea, continuare a combattere come in passato per evitare che l’Italia torni a compiere errori pericolosi quanto banali. Chi rifiuta la logica dell’egoismo, dell’esaltazione imprenditoriale, della sopraffazione del diverso e si riconosce nei temi della pace e della fratellanza fra i popoli avrà il dovere di unire le forze e dimostrare che , così come si intitolava una celebre canzone dei Nomadi, “noi ci saremo”. Condividi