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La marcia della pace del Sermig, con fiaccole, che ogni anno, da 40 anni, la sera del 31 dicembre, percorre le vie di Torino, sarà dedicata quest’anno alle vittime del rogo nell’acciaieria della ThyssenKrupp. Come consueto si concluderà nell’Arsenale della Pace, dove l’associazione del volontariato cattolico tiene la cosiddett “Cena del digiuno”. Come consueto si concluderà nell’Arsenale della Pace, dove l’associazione del volontariato cattolico tiene la cosiddett “Cena del digiuno”. Questa volta le migliaia di giovani che partecipano alla manifestazione si ritroveranno davanti allo stabilimento di corso Regina Margherita, fermo dal 6 dicembre scorso quando sulla linea di produzione numero 5 le fiamme ustionarono a morte sei operai e ridussero in gravissime condizioni un settimo, che sta ancora lottando fra la vita e la morte al Cto di Torino. "Scandiremo i nomi di decine di morti sul lavoro - spiega il fondatore del Sermig, Ernesto Olivero - per ricordare che una fabbrica, un cantiere o un ufficio devono essere un luogo di serenita', di promozione umana dove le persone trovano le sostanze per mantenere la propria famiglia e mandare i figli a scuola". "Non è accettabile - dice ancora Olivero - che per cercare a tutti i costi il profitto e per combattere una concorrenza sempre più spietata non si metta al primo posto l'uomo. Il sacrificio degli operai di Torino, che ha addolorato un'intera città, deve rappresentare una scintilla di speranza perché le cose migliorino, in particolare per i giovani la cui vita appare sempre più precaria". Marciando dietro allo striscione "La pace conviene", centinaia di fiaccole raggiungeranno l'Arsenale del Sermig, nel cuore della vecchia Torino, in quel quartiere di Porta Palazzo dove vivono migliaia di immigrati dal terzo mondo. Lì partecipanti offriranno il corrispettivo del costo per il tradizionale cenone al Sermig che assiste i senza tetto, persone in difficoltà e dove cristiani e islamici si incontrano e dialogano, come recentemente è avvenuto fra un gruppo di giovani ebrei e palestinesi. Condividi