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di Lucia Baroncini - il Corriere dell'Umbria Si sono visti lunedì sera, la prima riunione dopo il dilaniante congresso nazionale e la lunga riflessione agostana. I vendoliani, l'ala dei separati in casa di Rifondazione Comunista, anche in Umbria cercano di riprendere in mano il bandolo della matassa. " Ma questa è ancora una fase interlocutoria" avverte Mauro Tippolotti, Presidente del Consiglio Regionale e figura di spicco della minoranza Prc. La fase è di attesa. Il 13 si svolgerà il comitato politico nazionale, il primo dopo il congresso, e lì si dovranno eleggere gli organismi che il partito guidato da Paolo Ferrero vorrà darsi. La nomina della segreteria e della direzione e c'è subito per i vendoliani il problema del che fare, se entrare oppure no nel gruppo dirigente nazionale del partito. In direzione sì, ma non si sa se anche in segreteria. In Umbria invece hanno già deciso. All'appello lanciato attraverso il nostro giornale tempo fa dal Segretario Regionale Stefano Vinti per un governo condiviso, unitario, del partito, i vendoliani al momento rispondono picche. "No, noi non entreremo negli esecutivi, non abbiamo intenzione di condividere la gestione del partito", liquida secco Tippolotti. Parliamo di esecutivi provinciali, perchè per quelli regionali occorre aspettare il congresso di autunno. E anche per quanto riguarda la definizione del gruppo dirigente delle due federazioni tutti, maggioranza e minoranza, aspettano la riunione di sabato e quel che deciderà il presidente della Regione Puglia. Intanto Tippolotti non la manda a dire: " Qui non si tratta di rispondere ad un appello - spiega- che si rifà alla filosofia 'volemose bene, siamo una grande famiglia'. Siamo reduci da un congresso lacerante che ha composto una maggioranza la quale non è il risultato di una mozione con una sua legittima posizione politica prevalente sulle altre, ma è la summa di tanti elementi contraddittori, saldati dall'alleanza contro Vendola e il suo 47 per cento di consensi". Una ferita profonda che soltanto il 27 settembre, al Parco Brin della garbatella a Roma, i vendoliani decideranno se e come sanare. Tippolotti dice che il dibattito è così frastagliato, che nulla può essere escluso", intendendo dire che all'orizzonte c'è anche la possibilità di una uscita da Rifondazione Comunista, per far nascere una nuova area di sinistra esterna al partito di Ferrero e una nuova stagione nella galassia rossa falcidiata dal voto di aprile. Un'area da strutturare comunque subito all'interno del partito, per pesare nelle decisioni anche in vista delle prossime elezioni europee, quando una soglia di sbarramento probabilmente alta - ad esempio il 5%- renderà indispensabile ogni apporto per il recupero dei consensi perduti. Insomma nell'attesa di scelte nazionali, anche per i vendoliani umbri, c'è l'Aventino. "Vedremo cosa accadrà il 13 e il 27 settembre" - dice cauto Tippolotti. "L'Uscita dal partito è una prospettiva, anche se non ci sono ancora le condizioni. Intanto si può stare sull'Aventino anche restando dentro Rifondazione Comunista". Sicchè il Prc umbro va avanti con un governo interno tutto in mano ai ferreriani. "Noi rispettiamo la titolarità del partito", afferma il presidente del consiglio. Anche agli incontri con le altre forze della sinistra e con il Pd, che si stanno snocciolando in queste settimane, i vendoliani stanno a guardare. "Immagino che il gruppo dirigente sarà coerente -dice infine Tippolotti - alla linea fissata dal congresso. La posizione ufficiale è verificare caso per caso e agire sui programmi. Mi sembra una cosa abbastanza farsaica". Si vedrà presto come la linea verrà applicata in Umbria. Condividi