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Ufficialmente è solo la festa di due partiti accomunati dalla voglia di socialismo e di riscatto politico che si svolgerà a Marsciano dall'11 al 14 settembre. In realtà è un nuovo progetto politico che riporta Sinistra Democratica e Partito Socialista verso una unità di intenti che dovrebbe dare vita ad un polo socialista alternativo al Pd. Una via obbligata, secondo soprattutto i vertici di Sd, dopo che Comunisti Italiani, Verdi e Rifondazione hanno deciso di andare per conto loro seppur sognando un conflitto di sinistra popolare unitario nelle rispettive autonomie. Socialisti e Sinistra Democratica a Marsciano hanno già deciso di appoggiare il centrosinistra con un canditato che sarà certamente del Pd. Ma altrove la situazione rischia di complicarsi terribilmente: su tutti tre esempi. L'elezioni regionali del 2010, le provinciali e le comunali di Perugia del 2009. I socialisti a Perugia vogliono stare in maggioranza e puntano ad un abbraccio con il Pd: difficile far cambiare posizione all'astro nascente calabro-perugino Nilo Arcudi, attuale vice-sindaco del capoluogo umbro. Il rischio è un ulteriore scissione. Un pezzo di Ps, con Cesarone Fioriti, è già passato direttamente sotto il Pd. Un altro pù piccolo è attirato dai tanti ministri ex socialisti arruolati dal Governo Berlusconi. (Massimo Perari in primis). La sinistra democratica perugina, asse Granocchia-Brutti, sogna da tempo di provare la terza via dopo le aspre critiche all'ultimo quinquennio Locchi. Posizioni quasi incociliabili. Lo stesso discorso vale per la Provincia di Perugia. Mentre per le Regionali - stavolta a voler rimanere con il ticket Lorenzetti-Bocci - l'assessore Rometti auspica in un centrosinistra unito. Mentre Sd vorrebbe un terzo polo sinistra-Idv-liste civiche-socialisti-ambientalisti a guida dell'ex senatore Brutti. L'asse Pd e Sd funziona solo a macchia di leopardo? Condividi