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CITTA’ DI CASTELLO - È una visita a tutto tondo quella di Yael Dayan, vicesindaco di Tel Aviv, ospite in questi giorni del comune di Città di Castello. Dopo la presenza alle serate del Festival delle Nazioni e in Pinacoteca per l’esposizione delle pergamene ebraiche, nelle vesti di assessore con delega ai servizi sociali della capitale di Israele, ha incontrato gli operatori dell’ambito altotiberino, per un confronto su problematiche e progetti del settore. “Donne e bambini rimangono il punto debole a qualsiasi latitudine” ha detto parlando della rete di protezione diffusa nel paese e in particolare, descrivendo il sistema attivo a Tel Aviv, lo ha definito “strettamente legato alle situazioni che la storia recente ha determinato. Il tessuto cittadino ha subito un processo di urbanizzazione accelerata, accogliendo flussi in entrata con esigenze e bisogni molto differenziati cui lo stato deve rispondere con interventi complessi, a volte imprevisti anche dal punto di vista legislativo”. Il riferimento di Yael Dayan è soprattutto verso una tipologia di famiglia monogenitoriale in rapida espansione, che chiede una rete di servizi diretta all’infanzia e modifiche al codice civile per riconoscere diritti a prescindere dal vincolo matrimoniale sia alla donna che al bambino. “L’ottanta per cento delle violenze nei confronti dei minori si consuma dentro le mura domestiche” ha aggiunto “e stiamo lavorando per rendere le case sicure come le strade per i soggetti più esposti ad abusi e devianza”. Sul fronte dei diritti di cittadinanza invece Tel Aviv sta svolgendo il ruolo di apripista in Israele: “Uno dei parametri che meglio racconta lo spirito tollerante ed aperto della mia città è la presenza di una consistente comunità omosessuale, integrata e visibile, laddove in altre zone le manifestazioni pubbliche gay vengono vissute come un fenomeno principalmente di ordine pubblico”. Un nervo scoperto rimane l’ambiente: “Tel Aviv nei giorni lavorativi incrementa notevolmente la popolazione con un pendolarismo che incide sulla mobilità e sull’igiene urbana. L’esigenza di aumentare la sensibilità comune su questa versante è molto forte tanto che abbiamo introdotto come materia scolastica l’educazione ambientale”. Il confronto con gli operatori dell’ambito altotiberino ha toccato anche temi generali come il sistema sanitario nazionale, le politiche per la terza età o a sostegno della fascia adolescenziale per terminare con un approfondimento sulle misure relative all’integrazione e la convivenza con la componente extracomunitaria: “Un processo” ha concluso Yael Dayan “globale, che può esprimersi con accenti più o meno drammatici ma che richiede da parte di ogni società un impegno nel governare ed accogliere persone, spesso in condizioni di indigenza e di degrado”. All’incontro ha partecipato il sindaco Fernanda Cecchini, definendolo “un’occasione interessante per verificare soluzioni e progetti alla luce di esperienze altre ma anche una conferma alla consapevolezza che il welfare, e quindi il ruolo delle istituzioni, rimanga un elemento imprescindibile nel garantire i diritti fondamentali e la giustizia sociale”. Condividi