trasimeno.jpg
di Nicola Bossi Qualcuno lo ha definito il giorno della verità per il Lago Trasimeno. Oggi la commissione provinciale dove si parlerà di passato, presente e futuro dell'agonizzante speccHio d'acqua umbro. Ma oggi sarà il giorno della retorica, dell'autopromozione e del maldestro tentativo dell'ente provinciale di autoassolversi. Il Trasimeno si impantana anche per colpa della politica provinciale. E di scelte, sempre politiche, che non hanno trovato successo. La verità è una sola: il Trasimeno non ha un progetto per il futuro. E' costretto a vivacchiare finchè c'è un po' di acqua. Ha ragione l'ex senatore e uomo forte del Pci, Ilvano Rasimelli, quando da tecnico e innamorato del Trasimeno si scaglia contro la Provincia e contro i suoi gestori politici. Ha parlato di "scelte scellerate". Ma quello che più conta ha dimostrato che la vera crisi del Lago non è quella dell'acqua, ma quella della fauna-flora. In un suo promemoria, targato estate 2008, che ne ha fatto dono anche ad Umbrialeft mette in evidenza la pescosità terribilmente calata del lago. I pesci autoctoni di pregio sono del tutto assaliti da quelli importati e immessi: sono pesci divorati, distruttori e anche anti-economici. Il carassio - un ciprinide come la carpa - non ha valore commerciale: è tutto spine e la poca polpa non ha tutto questo valore. Ma quello che più conta è un grande riproduttore e divoratore di uova. E' direttamente in competizione con la tinca e la carpa: le due regine economiche del Lago. C'è poi un altro killer terribile di cui se ne parla poco: il gambero della Louisiana. Grande riproduttore (ogni femmina genera 600 gamberi in un anno) e grande divoratore di uova. E' noto che nel lago di Massaciuccoli ha distrutto l'abitat. Non si pesca più. Divoratori, come i persici trota (nord europa), che banchettano con gli avannotti che ogni anno vengono introdotti dalle cultore in cattività. Oggi, infatti, come ci ha detto Ilvano Rasimilli poco più di 20 pescatori professionisti con le reti di nylon, pescano procapite molto meno di 428 pescatori che nel dopoguerra utilizzavano reti di cotone. Di questa crisi nessuno parla. La Provincia non ha un piano, l'assessorato all'ambiente è disarmato. I Lucci sono una rarità, le tinche anche, le carpe resistono ma sono sempre di meno. Il pescetto da frittura è a rischio. Può vivere un Trasimeno senza fauna? Condividi