mussi.jpg
Fabio Mussi aveva in tasca la tessera dei donatori d’organo, avendo sin da subito firmato l’autorizzazione per l’espianto non appena il Parlamento aveva approvato la legge che regolamenta i trapianti, e mai avrebbe immaginato che di questa opportunità avrebbe approfittato in prima persona. Invece, le casualità della vita l’hanno costretto a ricorrervi per ben due volte ed oggi vive grazie al fatto che un anonimo donatore gli hanno permesso di sostituire i suoi reni malandati. E’ per questo che il sessantenne presidente del consiglio nazionale di Sinistra Democratica è uomo particolarmente sensibile alla prassi del trapianto ed ha confessato all’Unità: Penso che sia una cosa di altissima civiltà. La donazione di organi è una delle più alte manifestazioni di simpatia verso il prossimo. Io sono grato a quella persona che non ho mai conosciuto e che terminando la sua vita ha consentito alla mia di poter continuare”. Per questo non ce la fa proprio a trattenersi nei confronti del giornale della Santa Sede che, mettendo in discussione il concetto di morte cerebrale finisce conseguentemente per bloccare il trapianto degli organi. “Senza il trapiano – spiega – sarei andato in dialisi e poi avrei atteso anni prima di avere una possibilità. Gia ora le gente aspetta tempi lunghissimi, perché i donatori sono meno del fabbisogno. Ed in particolare all’autrice dell’articolo dice: “Avrei voluto farle vedere i bambini appena nati trapiantati di cuore. La cura e l’amore con cui le mamme se li cullavano, Bambini vivi e non morti, perché c’era qualcuno che gli ha donato il cuore”. Un articolo che per Mussi è uno dei segni di regressione che si affollano di questi tempi ed a questo riguardo un dato lo allarma: “Gli organi disponibili sono solo un terzo di quelli necessari per i trapianti. Già da diversi anni si registra un calo nelle donazioni” ed è un brutto segno dei tempi quando torna ad essere in voga “il mio è mio e il tuo è tuo”. L’egoismo sociale si riflette in tutti gli ambiti, “c’è meno disponibilità verso il prossimo e meno generosità”, per cui ritiene anch’egli irresponsabile l’articolo pubblicato dall’Osservatore Romano, anche se il Vaticano ha fatto poi una mezza marcia indietro, avvertendo tanta indignazione. Ma ha comunque lanciato un bel sasso nello stagno, mandando un segnale negativo dopo che la Chiesa aveva finalmente maturato una posizione favorevole ai trapianti con un famoso discorso di Giovanni Paolo II nel 2000. “Se si mette in discussione il concetto di morte come morte cerebrale, praticamente si dà lo stop ai trapianti. Si toglie la speranza ad un numero crescente di persone e questo è inaccettabile”. “Cristo di Galilea – è la conclusione di Mussi – lanciò al mondo il più straordinario messaggio di tutti i tempi: ama il prossimo tuo, amalo come te stesso. E’ una delle formule più rivoluzionarie nelle formule di società che mai siano state pensate. Una Chiesa che sottomette questo straordinario principio ad altri pregiudizi mi preoccupa. Spero che sia solo un incidente”. Condividi